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16 Febbraio 2016

Etica e qualità: è Farina nel Sacco

L’omonima panetteria di via Massena vende i prodotti da forno realizzati dai detenuti della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, in collaborazione con la Cooperativa Ecosol

Stella Giorgio

Alla panetteria Farina nel Sacco si vendono le lavorazioni realizzate dai detenuti del carcere di Torino

Alla panetteria Farina nel Sacco si vendono le lavorazioni realizzate dai detenuti del carcere di Torino

Cosa non può mai mancare sulle tavole degli italiani? Ovviamente il pane. A Torino è attivo da un anno Farina nel Sacco, un progetto che vuole coniugare l’alta qualità delle materie prime con la componente etica del recupero sociale: il pane e i prodotti venduti infatti arrivano interamente dal forno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno.

NON DI SOLO PANE…
Farina nel Sacco è anche il nome della panetteria, situata in via Massena 11, che vende i frutti di questa iniziativa realizzata da Ecosol, una cooperativa sociale che si occupa dell’inserimento lavorativo dei detenuti. Alcuni di essi sono coinvolti in laboratori di panetteria e di pasticceria come tirocinanti, con la possibilità poi di essere regolarmente assunti, contrattualizzati e dunque retribuiti, dalla cooperativa.
Quello che il progetto vuole offrire è un vero e proprio percorso di formazione professionale all’interno del carcere, esperienza che, oltre a essere un elemento di personale arricchimento e un’occasione per riempire i grandi spazi vuoti nella vita delle carceri, ha anche l’ulteriore valore di abbattere i tassi di recidiva.

NIENTE FRETTA
Le regole del progetto Farina nel Sacco sono chiarissime: prodotti di qualità e lavorazioni naturali. Il pane è a lievitazione naturale e le farine usate, in vendita anche presso il negozio, sono macinate a pietra presso i mulini Bongiovanni e della Riviera, con i ritmi che una lavorazione di questo tipo impone: basti pensare che i due mulini macinano in un anno quanto uno industriale in cinque giorni.
Davanti alla vetrina di via Massena potete trovare il pane del giorno prima in ceste, in vendita a metà prezzo: perché buttare un prodotto di qualità che conserva ancora le sue proprietà e perché svalutare il lavoro di chi l’ha fabbricato? Inoltre al negozio è possibile acquistare anche altri prodotti quali grissini, focacce e dolci.

NATURA E SOLIDARIETÀ
Abbiamo incontrato Emilia Luisolo, responsabile della panetteria.

Quali sono le reazioni della cittadinanza rispetto al vostro progetto?
«Le reazioni sono ottime. Mi aspettavo diffidenza, mentre abbiamo incontrato persone curiose del nostro lavoro, contente e collaborative. Il semplice atto di acquistare il pane qui ha un valore doppio: da una parte si compra un prodotto di qualità che dà benefici all’organismo, dall’altra è un modo per sostenere le attività che si svolgono in carcere».

Come mai la scelta di lavorazioni naturali?
«In questi ultimi anni abbiamo assistito a una sorta di demonizzazione del pane: aumento di intolleranze, problemi di digestione, oltre che al proliferare dei miti che girano attorno a questo alimento. La gente si è abituata ad acquistare un pane che lievita velocemente, oppure mangia solamente quello dei supermercati, senza chiedersi quale tipo di lavorazione ci sia alla base, tale da offrire pane in continuazione e a tutte le ore del giorno. Nel nostro negozio vendiamo prodotti naturali anche per andare contro questa tendenza e per ricreare una cultura sana e informata intorno al mondo del pane e della sua lavorazione».

Ulteriori approfondimenti sul progetto Farina nel Sacco nel nostro video realizzato da Simone Savio.

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Categorie: Lavoro

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