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11 Maggio 2016

L’avete visto? Truman e Perfetti Sconosciuti: vince l’amicizia

Due diversi tipi di relazioni amicali al centro delle pellicole vincitrici dei premi Goya e David, recensite dalla nostra redazione

Stella Giorgio

Digi.TO torna a parlare di cinema con due pellicole accomunate dal tema dell’amicizia. Truman, premiato a febbraio con 5 Goya e Perfetti Sconosciuti, vincitore il mese scorso del David di Donatello come Miglior Film, dipingono due forme opposte di relazioni.
Da una parte un legame vero, semplice e profondo che oltrepassa le distanze e le crisi esistenziali, dall’altra il crollo dell’apparente rapporto di fiducia e di empatia tra un gruppo di “compagni di strada”, che finiranno per scoprirsi stranieri l’uno verso l’altro.

I protagonisti del film spagnolo Truman

I protagonisti del film spagnolo Truman

VERRÀ LA MORTE E AVRÀ I TUOI OCCHI
Julián (Ricardo Darìn) e Tomás (Javier Cámara) sono amici da sempre: il primo argentino trapiantato a Madrid, l’altro emigrato in Canada, si ritrovano nella capitale spagnola per trascorrere insieme quattro giorni. Per salutarsi prima che la malattia di Julián se lo porti via, dopo la sua decisione di interrompere preventivamente le cure.
Dunque un film sulla morte quello che ha trionfati ai Goya vincendo cinque statuette? Il fine vita è il sottofondo incessante delle vicende, un tema delicato e inquietante che però viene trattato dalla regia di Cesc Gay in modo realistico, equilibrato e dignitoso, senza mai eccedere in pietismi o esagerazioni di sceneggiatura, nella colonna sonora e nei profili dei protagonisti.
Julián e Tomás sono due archetipi di personaggi che si completano: il primo, attore di teatro, è l’uomo passionale e imprevedibile che fuma marijuana in salotto, l’altro è la barba ben fatta e i capelli in ordine, l’animo razionale e silenzioso che tuttavia verrà scomposto dall’amico.
In mezzo a loro sta Truman, un grosso cagnone che vive da anni in simbiosi con Julián, padre protettivo oppresso dalla ricerca del futuro padrone per il suo figlio-animale insieme al quale sperimenta il suo inesorabile declino.
Un susseguirsi di ritrovi casuali costituisce lo scheletro narrativo del film, dominato dalla presenza calda e nostalgica di Julián che, giungendo al termine dei suoi giorni, sa affrontare con schiettezza e integrità le persone che incontra senza chiaramente essere immune da momenti di profondo sconforto e spaesamento.
In Truman leggerezza e profondità si coniugano armoniosamente lasciando nell’animo del pubblico a fine spettacolo una dolce, inevitabile malinconia. C’est la vie.

Due dei protagonisti di Perfetti sconosciuti

Due dei protagonisti di Perfetti sconosciuti

NON LA SOLITA COMMEDIA
Cosa succederebbe se, nel corso di una cena tra amici di vecchia data, ogni telefonata e messaggio venisse pubblicamente condiviso con tutti i commensali? Un cast tutto italiano diretto da Paolo Genovese rappresenta questo scenario, in cui regnano le menzogne e le relazioni sono messe in crisi.
Assistiamo divertiti e spaventati al graduale sfasciarsi delle coppie e all’emergere, a suon di whatsapp, mail e telefonate, dei segreti e delle autenticità che i personaggi custodiscono.
Alle tragedie coniugali, declinate dai brevi monologhi di ciascun attore, si alternano i toni ironici che non abbandonano mai il film e che per questo lo rendono leggero e appassionante, oltre che interessante per la sua netta impostazione teatrale.
Non è la solita commedia italiana fatta di rappresentazioni stereotipate e di luoghi comuni ma è un intreccio riuscito di vicende realistiche e di personaggi ben caratterizzati che tuttavia Genovese trattiene e non porta mai all’eccesso.

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Categorie: Cultura

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