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27 Maggio 2016

Giovani candidati a Torino: Fabrizio Ricca

L’esponente della Lega è il secondo di una serie di aspiranti Consiglieri Comunali a cui rivolgiamo alcune brevi domande

Ivan Lagrosa

Fabrizio Ricca

Fabrizio Ricca

Fabrizio Ricca, 31 anni ad agosto, è stato capogruppo al Consiglio Comunale di Torino per la Lega Nord nell’uscente amministrazione. È Responsabile sicurezza e immigrazione del movimento ed è in corsa per il Comune come capolista per il suo partito, che ha come candidato Sindaco Alberto Morano.

Come e quando ha cominciato a fare politica? Perché ha deciso, così giovane, di impegnarsi direttamente per la città?
«Ho iniziato a partecipare al movimento nel 2003, avevo 18 anni, mi ricordo che sentii un discorso di Umberto Bossi alla tv e mi ritrovai appieno nelle sue parole. Mi colpì soprattutto il suo modo di essere, conoscere realmente le problematiche della gente e di essere legato al proprio territorio. Era l’apice politico di Umberto prima della malattia. Così decisi di avvicinarmi al movimento per capirne di più, e in quello statuto, quello del nostro movimento politico, ritrovai tutte le idee e le mie convinzioni. Così ho iniziato il lungo percorso che mi ha portato fino a qui oggi, dal quale ho imparato tanto e continuo a imparare».

La disoccupazione giovanile ha tassi elevatissimi in tutta Italia. Ci sono misure che possono essere prese anche a livello locale? Quali?
«Ritengo che purtroppo l’amministrazione precedente non sia riuscita a sfruttare appieno il rilancio turistico della città: a Torino ci sono molti giovani, e ne conosco tanti, che avrebbero voglia di fare e investire anche solo a livello di micro imprenditorialità, o di investire sé stessi come risorsa lavorativa. Parlo di giovani che vorrebbero aprire attività connesse al turismo torinese ma si trovano ostacolati da una politica di rilancio turistico limitata al solo centro città. Parliamoci chiaro, Torino ha tante risorse turistiche sfruttabili anche al di fuori del centro cittadino, ma non sono state considerate a dovere. Tutte le grandi città europee sono belle anche al di fuori del centro e hanno permesso ai giovani di investire e di “investirsi” in nuove attività diventando loro stessi fulcro di rilancio e innovazione. Questo potrebbe essere un buon punto di partenza. D’altronde Torino con la sua bellezza e storia è già un’eccellente base per sviluppare qualcosa di importante».

Settore economico a parte, c’è una battaglia a cui tiene particolarmente e che, nel caso venisse eletto, porterà avanti come priorità?
«Come sostengo da anni e ancor prima di fare il Consigliere Comunale, spaccio, degrado e prostituzione sono i problemi cardine di questa città. Dai primi anni di consiglio ho portato alla luce il problema dell’ex Moi, che nessuno conosceva o che se si conosceva si preferiva non tirarlo fuori. Ho aiutato quartieri ad avere anche solo più illuminazione stradale, che pare una sciocchezza, ma è stata la soluzione che ha evitato gli atti osceni in giardini pubblici diventati supermarket di prostituzione, dove la mattina si facevano giocare i bambini. Sento candidati che parlano di sicurezza e degrado perché hanno colto la palla al balzo delle periferie, come se fosse il ferro caldo su cui battere e muovere gli animi delle persone. Noi parliamo di sicurezza e degrado a Torino da prima che io diventassi Consigliere. E questa non cessa sicuramente di essere la nostra battaglia principale. Il nostro obiettivo è far diventare ogni quartiere di Torino un centro città, con la dignità che ognuno di questi quartieri si merita di avere».

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