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6 Ottobre 2016

Storia di Rosetta e della sua cometa

A missione conclusa, breve excursus sulla sonda dell’Agenzia Spaziale Europea e di alcuni suoi risultati scientifici che hanno posto una pietra miliare nell’esplorazione dello spazio

Andrea Di Salvo

La sonda Rosetta

La sonda Rosetta

Venerdì 30 settembre, mentre in tutta Europa si svolgevano le iniziative legate alla Notte dei Ricercatori, la sonda Rosetta dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea) è stata fatta precipitare sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko dopo 12 anni di missione.

UN LUNGO VIAGGIO
Arrivare fino là non è stato facile: lanciata nello spazio nel marzo 2004, per raggiungere la sua destinazione ha dovuto sfruttare, come molte altre sonde, la fionda gravitazionale fornita dalla Terra e da Marte. Si tratta di una tecnica con la quale si fa passare l’oggetto molto vicino a un pianeta, in modo da accelerarlo a spese del moto planetario. Questa manovra, specie se ripetuta più volte, consente di risparmiare enormemente sul combustibile necessario a raggiungere la destinazione, dal momento che attualmente nessun razzo è in grado di portare una sonda così lontano in tempi e costi ragionevoli.
Dopo 10 anni nello spazio quindi, e con un lungo periodo di stand-by da maggio 2011 a gennaio 2014, Rosetta raggiunge la cometa il 6 agosto dello stesso anno.

LA MISSIONE SCIENTIFICA
Nei due anni seguenti, la sonda è piena di lavoro. Inizia a mappare la superficie per scegliere il sito di atterraggio del lander che porta con sé, Philae. Le manovre di discesa, in caduta libera, iniziano il 12 novembre 2014 e durano 7 ore. A causa di un malfunzionamento al sistema di ancoraggio, il lander rimbalza sulla superficie per due volte prima di posizionarsi in un punto purtroppo poco illuminato. Ciò non consente la ricarica della batteria secondaria, costringendo a eseguire tutte le analisi scientifiche possibili nelle poche ore rimaste, al termine delle quali Philae si spegne, riuscendo comunque a inviare i dati a Terra. Del suo risveglio avevamo poi parlato nella nostra rubrica scientifica.
Il lavoro viene comunque proseguito da Rosetta che, posta in orbita intorno a 67P, riesce a studiarne nel dettaglio la superficie. Una delle scoperte più inaspettate e importanti è quella riguardante l’ossigeno molecolare.

L'ultima immagine inviata da Rosetta

L’ultima immagine inviata da Rosetta

In combinazione con il rilevamento di molecole d’azoto e gas nobili, è un chiaro indizio sull’origine della cometa, formatasi in una regione molto fredda e distante della nube protoplanetaria da cui è nato il sistema solare.

L’ULTIMO VOLO
Oggi Rosetta è sulla superficie della cometa che ha studiato per due anni, vicina a Philae. Oltre al notevole traguardo tecnologico, il contributo di questa missione alla nostra conoscenza è stato fondamentale, permettendoci di vedere più da vicino la complessità di un corpo del genere e la sua variazione nel tempo.
E importanti sono stati anche gli ultimi secondi di operatività di Rosetta, che ha inviato un’immagine addirittura a soli 20 metri circa dalla superficie, monitorandone la composizione di polveri e gas. Tutti dati che ora, insieme ai precedenti, andranno analizzati dai ricercatori per consolidare – e si spera espandere ancora – le nostre conoscenze.

 

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Categorie: Tecnologie

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