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18 Novembre 2016

Cattedre per attirare cervelli

Cinquecento posti per gli accademici eccellenti, italiani o stranieri: è il nuovo decreto che vuole dare una spinta al prestigio degli atenei del nostro paese

Ornella Darova

Le "cattedre Natta" vogliono attirare le eccellenze nelle università italiane

Le “cattedre Natta” vogliono attirare le eccellenze nelle università italiane

Le “cattedre Natta” nascono da un provvedimento della Legge Finanziaria 208 del 28 dicembre 2015. L’idea è quella di creare un fondo – con 38 milioni di euro per il 2016 e 75 milioni a decorrere dall’anno prossimo – destinato a 500 membri eccellenti del mondo accademico, i quali avranno così uno stipendio più alto del 20-30% rispetto ai loro colleghi appena reclutati.
Il fondo Natta prevede anche la possibilità per questi “top scholars” di attingere a dei finanziamenti appositi per le loro attività di ricerca. Il progetto fa parte di un Piano nazionale che investirà complessivamente 280 milioni di euro in questo settore.

L’OBIETTIVO
L’intento di questa politica è quello di accrescere la competitività del sistema universitario italiano a livello internazionale attirando ricercatori eccellenti, a partire dai vincitori dei prestigiosi grant europei dell’Erc (il Consiglio Ue della Ricerca).
Sicuramente è importante l’obiettivo di riportare in patria quei cervelli in fuga che rappresentano, in un certo senso, una grossa perdita per il Paese, ma anche i ricercatori internazionali potranno essere interessati al fondo e alle possibilità che offre.

IL CRITERIO
Il decreto si propone di creare commissioni internazionali che valuteranno la qualità della ricerca, delle qualifiche e gli indicatori bibliometrici dei candidati. Una volta stilata la lista, le università italiane potranno procedere alla chiamata diretta dei vincitori.
Poiché le commissioni sono in parte nominate da Palazzo Chigi, sono già state sollevate critiche sul rispetto del principio dell’autonomia universitaria. Questa “corsia preferenziale”, tuttavia, si propone di superare le rigide gerarchie accademiche, spesso affette da baronismo. Vedremo presto quali saranno gli effetti di questa politica, sperando che il merito ne rimanga il cardine fondamentale.

 

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Categorie: Lavoro, Università

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