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30 Novembre 2016

Scienz(i)a.TO: le foglie blu della begonia

Per l’ultimo appuntamento della rubrica scientifica parliamo della particolarità di alcuni fiori, di piumaggi fossilizzati e di un prestigioso risultato italiano

Andrea Di Salvo

Bentornati nello spazio di Digi.TO dedicato alla scienza: oggi ci occupiamo di piante, dinosauri e della ricerca nel nostro paese.

La foglia blu della begonia

La foglia blu della begonia

FOGLIE BLU
Non tutti sanno che le foglie di alcune begonie sono caratterizzate dall’avere delle iridescenze blu. Questa peculiarità consente alle piante di raccogliere la luce solare con maggiore efficienza in quei contesti di scarsa illuminazione.
I cloroplasti sono le strutture adibite in questi organismi alla fotosintesi clorofilliana: al loro interno infatti vengono raccolti i fotoni la cui energia viene convertita in energia chimica, quindi in nutrimento per le piante stesse. I cloroplasti di queste begonie, detti iridoplasti, hanno una microstruttura tale da riflettere in modo preferenziale la luce nella lunghezza d’onda del blu, consentendo alla pianta di raccogliere meglio la luce nelle lunghezze d’onda del rosso e del verde, sicuramente un notevole vantaggio che però si annulla in condizione di forte illuminazione.
Così, come spiegato dagli autori di un articolo pubblicato su Nature Plants, tali begonie sono attrezzate anche con cloroplasti standard e gli iridoplasti possono essere visti come dei generatori di backup in condizioni di luce debole.

L'uccello fossilizzato con le sue piume

L’uccello fossilizzato con le sue piume

PIGMENTI FOSSILI
Restiamo sempre in tema di colori. Molto probabilmente molti lettori se lo saranno chiesto: che colori avevano gli animali oggi estinti? Sebbene film come Jurassic Park abbiano dato una loro interpretazione scenica a come dovessero apparire alcuni di essi, non ne abbiamo un’idea precisa.
Secondo le ultime ipotesi, ad esempio i dinosauri sarebbero stati dotati di un piumaggio e un recente studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science ha rilevato tracce di pigmento su un fossile di uccello di 130 milioni di anni fa. L’animale, delle dimensioni di un corvo, è un Eoconfuciusornis rinvenuto in un deposito del Cretaceo Inferiore nel nord della Cina. L’esemplare è particolarmente interessante perché si tratta di uno dei primi uccelli noti ad avere un becco in cheratina sprovvisto di denti, punto di transizione fondamentale tra gli uccelli arcaici e quelli moderni. Analizzandone i composti organici delle piume fossilizzate con una nuova tecnica di analisi chimica e molecolare, un team di biologi cinesi e statunitensi è riuscito a individuare dei melanosomi, organelli contenenti del pigmento.
È un risultato importante dal momento che prima era molto difficile discriminare l’effettiva presenza di melanosomi da quella di microbi presenti durante il lungo processo di fossilizzazione.

L'Inaf

L’Inaf

SECONDI NON È SEMPRE UN MALE
Chiudiamo con una notizia d’orgoglio nazionale perché, a dispetto degli adagi nostrani, non va sempre tutto male. Nature infatti ha pubblicato circa due settimane fa la classifica mondiale delle collaborazioni in ambito scientifico: l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) è al secondo posto, prima di istituzioni rinomate come il Cern, il Max Planck Institute o il Caltech. Il risultato è merito delle pubblicazioni scientifiche dei ricercatori dell’istituto italiano, derivanti da collaborazioni di livello internazionale.
In un’intervista rilasciata dal presidente Inaf Nichi D’Amico, si legge che uno dei motivi di questo successo deve ritrovarsi nello statuto stesso dell’istituto, che garantisce una significativa autonomia alle strutture di ricerca dell’ente. Al tempo stesso, però, queste singole realtà formano gruppi di ricerca nazionali in grado di partecipare alle grandi collaborazioni internazionali che caratterizzano l’astrofisica moderna e le sue grandi imprese.
Per i più curiosi, infine, Nature ha pubblicato anche una classifica Paese per Paese.

Come accennato nel sottotitolo, questo è l’ultimo appuntamento della nostra rubrica scientifica. Speriamo di avere stuzzicato il vostro interesse verso quel mondo, sempre vasto e interessante, che è la Scienza.

 

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Categorie: Tecnologie

Commenti (1)

  1. interessante. .. ha detto:

    Sono notizie che difficilmente si leggono o si sentono. Mi ha aperto nuovi orizzonti! !

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