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14 Dicembre 2016

A scuola di restauro

Dal 1997 l’Arsenale della Pace di Torino è sede dell’istituto che prepara gli artigiani specializzati nella conservazione delle opere d’arte

Gemma De Bernardi

La Scuola di restauro è al Sermig

La Scuola di restauro Maria Luisa Rossi è al Sermig

Corsi professionali e cicli di studi pluriennali per preservare il mestiere di restauratore di opere d’arte, uno dei più eclettici e artistici. È la Scuola per Artigiani Restauratori Maria Luisa Rossi di Torino, ospitata nei locali dell’Arsenale della Pace, a Borgo Dora.
Per saperne di più abbiamo intervistato il Direttore Enrico Fossati.

Quando è nata la Scuola?
«La scuola è attiva dal 1997 come istituto di formazione privato nato dall’accordo del 1994 tra l’Associazione Piemontese Restauratori e il Servizio Missionario Giovani, guidato all’epoca da Ernesto Olivero. Già nel primo anno di apertura il prestigio è grande e si sente la necessità di chiedere un riconoscimento regionale affinché gli studenti ricevano a fine corso un attestato non solo prestigioso, ma riconosciuto anche su tutto il territorio nazionale. Nel 2000 si raggiunge l’obiettivo modificando così il piano di studi, che si modella da quell’anno in base alle Direttive del Mercato del Lavoro e dei finanziamenti europei».

L’offerta formativa è molto ampia: qual è l’appoggio della scuola per aiutare i ragazzi a farsi strada nel mondo del lavoro?
«La Scuola prevede, durante le lezioni teoriche, un modulo di gestione aziendale che insegna a proporsi alle aziende di settore, gestire i rapporti di lavoro ed, eventualmente, aprire una attività in proprio- i nostri allievi sono tutti diplomati o laureati. Al termine del corso, per chi ne fa richiesta, viene consegnato l’elenco delle aziende dell’eccellenza artigiana del Piemonte».

Al termine del biennio o del corso annuale è previsto uno stage pratico? In questo caso la scuola aiuta nella ricerca?
«Lo stage, o cantiere scuola, viene svolto durante il corso ed è esterno o interno in relazione alle opere che sono da realizzare o da restaurare; in ogni caso le aziende di settore vengono indicate integralmente dalla Scuola».

Come si è arrivati alla sede dell’Arsenale della Pace?
«Era necessario trovare la struttura ideale per l’insegnamento di materie particolari, che necessitano di spazi spesso attrezzati adeguatamente e l’ex arsenale militare torinese – nel quartiere più vivo e colorato della città, in Piazza Borgo Dora – risponde perfettamente alle nostre esigenze».

Qual è stata l’affluenza alla Scuola negli ultimi anni?
«Le richieste verso i nostri corsi si sono moltiplicate in questi ultimi anni, per circa 40 posti disponibili, cioè 10 per ogni corso. Per fare un esempio, lo scorso anno abbiamo avuto 230 preiscrizioni senza fare pubblicità ma solo grazie alla forza del passaparola, del sito internet e della nostra pagina Facebook. Per noi è un ottimo risultato».

 

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