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23 Maggio 2017

Future Sex: l’arte della sperimentazione

Al Salone del Libro Emily Witt, in dialogo con Concita De Gregorio, presenta la sua indagine molto personale sul mondo della sessualità

Stella Giorgio

Emily Witt e Concita De Gregorio al Salone del Libro

Il cuore della giornalista americana Emily Witt si spezza dopo la fine di una relazione importante. Si ritrova così, giovane ma non troppo, a ricucire i pezzi della propria storia e ripensare la propria identità. Da qui nasce Future sex: un lavoro di ricerca sul campo della durata di cinque anni in cui la giornalista sperimenta personalmente una serie di esperienze a cui partecipa fino in fondo, al punto di confondersi nella realtà che indaga. Quella della sessualità.

SPERIMENTARE PER CONOSCERSI
Concita De Gregorio ha lavorato negli ultimi anni alla raccolta di una variegata gamma di interviste rivolte alle donne italiane dal titolo Cosa pensano le ragazze. A lei il compito di intervistare Emily Witt venerdì scorso al Salone del Libro, arricchendo le osservazioni della giornalista americana con proprie riflessioni e domande maturate nell’indagine con le italiane.
L’esperimento in cui la Witt si immerge consiste nella sperimentazione di diverse esperienze relazionali e sessuali a lei sconosciute, essendo per sua stessa ammissione una ragazza tendente a conformarsi alle regole e alle aspettative degli altri, che vedeva nel matrimonio la misura del successo della vita di coppia.
L’operazione personale della Witt, che racconta e analizza nel suo libro, vuole contrastare l’idea che troppe esperienze sessuali possano danneggiare una persona e la sua reputazione. Esperienze diverse permettono infatti di arricchirsi, di diventare maggiormente consapevoli di sé e del proprio corpo, più attrezzati a godere della propria autonomia e di trovare infine intimità con gli altri. Non si tratta solo di esperienze puramente carnali, si può infatti esplorare la sessualità semplicemente leggendo o confrontandosi con altri.
Rimane comunque l’amore unico, voluto, per essenza monogamo – concordano la Witt e la De Gregorio – il luogo ideale da ricercare, dove l’amore e il desiderio coniugato nelle sue diverse forme coincidono permanentemente. Tuttavia i contenuti del lavoro della Witt di concentrano su un’altra dimensione, con l’obiettivo di spiegare che è possibile navigare felicemente la sessualità anche quando la relazione unica ed esclusiva che cerchiamo manca.

CONOSCERE LA PORNOGRAFIA
Il confronto si chiude con una riflessione di entrambe le giornaliste sulla pornografia, oggi la prima fonte da cui i giovani attingono per capire (e forse imparare) cosa succeda sotto le coperte.
«Bisogna fare i conti, senza dare giudizi, su queste forme di conoscenza. E parlarne. Dobbiamo cominciare oggi a chiederci com’è l’educazione sessuale dei ragazzi che hanno 12-13 anni, i cui effetti si vedranno invece tra una quindicina d’anni» spiega la De Gregorio che, pur dimostrando apertura e promuovendo il dialogo tra genitori e figli verso questi temi, non nasconde alcuni dubbi. La rappresentazione di rapporti sessuali in termini di sopraffazione, come fossero un esercizio di dominio costante tra i due partner, potrebbe generare modelli distorti e, in secondo luogo, si potrebbe perdere una forma preziosa di apprendimento, quella che permette di scoprire facendo e non seguendo un copione dai tratti spesso forzati e irrealistici.
Di diversa opinione la Witt, secondo cui la pornografia non va intesa come un’entità monolitica che si impone nella vita di chi la consuma e non andrebbe considerata separatamente dalle molte altre informazioni reperibili sul web.
Tanti i temi toccati nel dialogo tra le due giornaliste, tanti gli interrogativi lasciati aperti. Succede ogni volta che si parla delle cose che riguardano, da sempre, tutti. Quelle più importanti.

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Categorie: Cultura

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