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8 Marzo 2018

Arte migrante: seminare bellezza per coltivare dialogo

Il venerdì sera San Salvario diventa uno spazio per chiunque abbia voglia di esprimere la propria vena artistica in compagnia, un’occasione per conoscere nuove culture

Alice Dominese

Fra le tante forme disponibili per comunicare, Arte migrante sceglie quella del cerchio. A venerdì alterni infatti, l’Oratorio Salesiano di San Luigi di via Ormea 4 si popola di giovani e anziani, amici e sconosciuti, torinesi e migranti, persone sempre nuove che si siedono in circolo e coltivano la cultura del dialogo attraverso le arti. L’appuntamento con la convivialità chiama così a raccolta etnie e provenienze diverse capaci di dare vita ogni volta a una serata di festa.

Persone sedute in cerchio Arte Migrante

Una serata di Arte Migrante

RACCONTARE E RACCONTARSI
La formula tipica di un venerdì con Arte migrante prevede per cominciare una cena di condivisione aperta a tutti gratuitamente. La serata viene quindi autogestita dai partecipanti, permettendo a chiunque voglia di portare nel cerchio un racconto, una canzone, una poesia o una danza per animare l’incontro.
Il venerdì sera diventa così un momento unico in cui l’iniziativa del singolo trova espressione ma anche ascolto. Il desiderio è proprio quello di creare uno spazio circolare all’interno del quale si possano mescolare le culture e intersecare persone con vissuti e idee differenti.

DA BOLOGNA ALL’ITALIA
L’iniziativa nasce a Bologna nel 2012, quando Tommaso Carturan, studente di antropologia, immagina e organizza con alcuni amici occasioni di incontro attraverso l’arte. La sua proposta inizia quindi a diffondersi a macchia d’olio in tutta Italia, arrivando anche a Torino nel quartiere di San Salvario e diventando presto un canale privilegiato per accogliere e condividere storie sul territorio.
Per esempio nel mese di febbraio la sede torinese ha lanciato il primo laboratorio creativo sotto i portici di via Nizza, Portici in Arte, che porta in strada attività collaborative rivolte a tutte le età con l’obiettivo di realizzare un’opera d’arte collettiva attraverso il coinvolgimento degli abitanti del quartiere, per raccontarne i luoghi e valorizzarli. Il prossimo evento è previsto per il 10 marzo, data in cui lo spazio di via Nizza 11 dalle ore 15 ospiterà i laboratori sul tema dei cinque sensi.

UN’OASI DI CONFRONTO
Arte migrante da anni crea quindi interscambio e conoscenza nel quartiere fra i suoi abitanti e i nuovi arrivati, promuovendo il rispetto e il divertimento all’insegna dell’inclusione. Quando le occasioni per il confronto sano e pluralistico sembrano scarseggiare, ecco allora che via Ormea 4 rappresenta un’oasi di ossigeno per riscoprirle, attraverso un ambiente dove alle parole spesso si sostituiscono i gesti e le idee e quelle con cui si arriva non sono quasi mai le stesse di quando si va via.
Come recita il proverbio malawi che Arte migrante ha fatto proprio: “L’uomo si realizza se è capace di sedersi a terra a livello dell’altro e parlare con lui finché non gli diventa amico”.

 

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Categorie: Intercultura

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