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12 Marzo 2018
Anne Frank a fumetti per raccontare la Shoah ai Millennial
Il Diario si trasforma in dialoghi e tavole illustrate, un modo diverso di far conoscere la storia ai più giovani
Luca Ferrua
Oggi, esattamente 73 anni fa, in un campo di concentramento tedesco moriva Anne Frank e per celebrare i settant’anni dalla pubblicazione della sua celebre testimonianza sull’Olocausto, Einaudi ha pubblicato Anne Frank – Diario, una graphic novel nata dalle menti dello sceneggiatore Ari Folman e dell’illustratore David Polonsky.
L’opera racconta – come nell’originale – l’esperienza della giovane ebrea di Francoforte durante la Seconda Guerra Mondiale e la sua forzata clandestinità ad Amsterdam e si pone lo scopo di mantenere vivo il tragico ricordo della Shoah, anche quando non ci saranno più testimoni diretti a raccontarlo alla nuova generazione dei Millennial.
GLI AUTORI
I due artisti avevano già collaborato in passato per la realizzazione di Valzer con Bashir, film d’animazione – tratto dall’esperienza diretta di Folman come soldato dell’esercito israeliano durante la guerra in Libano del 1982 – che nel 2009 fece incetta di premi, fra cui un Prix César e un Golden Globe, entrambi come miglior film straniero. In questo caso però l’impresa è stata ancora più ardua, in quanto si è reso necessario sintetizzare l’opera originale in un fumetto di un centinaio di pagine.
Per riuscire nel compito senza sacrificare i passaggi più importanti, gli autori hanno deciso di condensare lunghi periodi di più giorni in brevi annotazioni (come l’eterno conflitto tra Anne e sua sorella Margot), associandone altre in cui vengono riportate citazioni integrali del testo originale. Altri passi ancora sono stati volutamente dilatati con lo scopo di mettere in evidenza anche la parte più leggera della difficile convivenza nell’Alloggio Segreto, come le due pagine in cui gli otto reclusi si mettono a preparare salsicce, che nell’originale occupa giusto un paio di righe.
FEDELTÀ E INTERPRETAZIONE
Sebbene questa serie di escamotage crei alcune difficoltà sul piano temporale l’effetto finale è di sicuro effetto e nel mantenersi storicamente fedele il duo riesce anche a esprimere la complessa psicologia e la personalità in evoluzione di una tredicenne catapultata suo malgrado in un contesto alienante, senza però voler perdere il suo status di giovane donna.
Quest’ultimo aspetto in particolare risalta soprattutto grazie ai disegni di Polonsky. Se da una parte, nel rappresentare la frustrazione di Anne, la troviamo disegnata come ne l’Urlo di Munch contrapposta alla perfetta sorella nelle vesti della Madonna di Klimt, eccola poi personificare le sue ambizioni in una tavola dove sorride sicura di sé, in età adulta, davanti a una serie di articoli di giornale a elogiare il suo successo come scrittrice.