Home » Cultura » Ipnotizzati da un clown

24 Aprile 2018

Ipnotizzati da un clown

Dopo aver assistito al suo spettacolo alla scuola teatrale di Philip Radice a Torino, abbiamo intervistato il celebre mimo statunitense Avner the Eccentric

Fabio Gusella

Avner the Eccentric

Avner the Eccentric

Immaginate di assistere a uno spettacolo senza che questo sia mai cominciato. Sembra paradossale, eppure è accaduto il 21 e il 22 aprile sul palco del Teatro 3D, presso l’Atelier Teatro Fisico Philip Radice. Due serate di leggerezza con Exceptions to Gravity, l’esilarante “one man show” di uno dei più popolari clown e mimi d’America: Avner Eisenberg, in arte Avner the Eccentric.
Noi eravamo fra il pubblico e, calato il sipario, gli abbiamo posto alcune domande.

UNO SPETTACOLO IPNOTICO
Partiamo dall’inizio o, meglio, dal mancato inizio dello spettacolo: “the Eccentric” entra in scena quasi per caso, si guarda intorno spaesato, ammicca e sorride; poi tira fuori una vecchia sveglia e un cartello, sul quale leggiamo: 5 minuti all’inizio dello show. Questi 5 minuti diventeranno 80, ma ciò sorprende di più è il fatto che ne sembrino trascorsi solo cinque. L’attesa dello spettacolo, dunque, diviene essa stessa lo spettacolo.
Sul palcoscenico pochi oggetti, ma indispensabili: una sedia, qualche pila di bicchieri di carta, alcune mazze da baseball, una rosa. Nonostante questa semplicità, peraltro senza dire una sola parola, Avner riesce a “ipnotizzarci” per oltre un’ora («Sono anche ipnotista», ci confiderà), mescolando in un’allegra alchimia equilibrismi e volteggi da giocoliere, illusioni da mimo e gag da clown.
In questo vortice la fantasia sembra scavalcare la logica, eppure «lo spettacolo è molto logico», ci assicura Avner: perciò non stupiamoci se prima di indossare la sua bombetta, questa viene fatta volteggiare più volte in aria, rotolare sulle spalle e, solo infine, cadere sul capo. Nel suo mondo un’azione semplice come accendersi una sigaretta risulta complicatissima (gliene cade una dietro l’altra), mentre ciò che per noi è pressoché impossibile (come tenere una scala in equilibrio sul mento) per lui è un gioco da ragazzi.

A TU PER TU CON AVNER
Barba bianca, bombetta nera, bretelle rosse, fascino e simpatia. Accantonando i tantissimi riconoscimenti accademici e artistici, citiamo il curioso arresto che subì anni fa a Parigi, con l’accusa di eccesso di “buffoneria” in pubblico – bouffonnerie, scandisce in francese – un’assurdità di cui sorride ancora oggi.
Di fronte ad Avner, 69 anni, si ha una strana sensazione: se il suo nome non fosse inserito nella International Clown Hall of Fame, infatti, sembrerebbe di parlare con un amico. La ragione? Forse è lui stesso a svelarcela: «Cerco di produrre nel pubblico una sensazione simile all’ipnosi, costruendo un’atmosfera di complicità fra me e gli spettatori».
Com’è noto, ridere giova alla salute: perciò Avner tiene da anni workshop di clownerie rivolti a studenti e professionisti nel campo dell’assistenza sanitaria, contribuendo a rendere l’arte della risata «uno strumento terapeutico a tutti gli effetti». Che cosa sono infatti le risate, se non galleggiamenti improvvisi o, per dirla con il titolo dello show, “eccezioni alla gravità”?

 

Tag: , , ,

Categorie: Cultura

Lascia un commento