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1 Giugno 2018

A scuola di cambiamento con Recognize and Change

A Torino si fa strada un progetto educativo che punta a favorire l’autoanalisi nelle relazioni e ad approfondire il dialogo internazionale contro gli stereotipi

Alice Dominese

Recognize Change logo

Torino è città capofila di Recognize and Change

Confrontarsi sul tema delle discriminazioni e della violenza è un’operazione complicata, ma riflettere sulla propria identità può rivelarsi ancora più arduo, perché richiede tempo e un metodo di analisi che sappia portare chi ci prova a uscire dagli schemi.
Recognize and Change è il progetto internazionale che da ottobre 2017 ha raccolto questa sfida, portando nelle scuole superiori di Torino la pratica dell’educazione non formale per interrogarsi su argomenti che difficilmente trovano fra i banchi il giusto spazio di approfondimento.

IDENTITÀ, INTERNAZIONALISMO E CREATIVITÀ
All’iniziativa partecipano paesi europei, dell’Africa e del Sud America, di cui la Città di Torino è capofila grazie al co-finanziamento dell’Unione Europea, in partenariato con il Comune di Collegno e l’Istituto Sindacale per la Cooperazione e lo Sviluppo (Iscos Piemonte).
A mettere in pratica il progetto sono gli Young Educator, ragazze e ragazzi fra i 18 e i 25 anni impegnati in associazioni del territorio che abbracciano i valori della Carta della Partecipazione Europea e che hanno intrapreso un percorso di formazione per portare Recognize and Change agli studenti degli istituti superiori. Dopo la parte laboratoriale svolta nelle classi da questi tutor, il confronto con le altre realtà culturali è il secondo step a cui l’iniziativa mira per promuovere il pluralismo globale.
Ma come condividere il contributo maturato con i giovani degli altri Paesi? Per gli studenti delle scuole è stato avviato un concorso di video, nazionale e internazionale, con cui i ragazzi sono stati invitati a esprimere il proprio concetto di identità: «Attraverso tutte le sue sfaccettature, è stato il primo tema trattato in questo percorso che dura tre anni: in seguito le attività saranno dedicate alla sfera delle discriminazioni, infine si parlerà di quando gli stereotipi sfociano nella violenza» spiega Sara, Young Educator di 21 anni, che aggiunge: «Coinvolgerli attraverso i video è utile anche per creare una rete fra i ragazzi dopo gli incontri, per questo inseriamo i contenuti soprattutto su Instagram, dove loro sono molto attivi».

PROSPETTIVE CHE CAMBIANO
Il percorso di Recognize and Change si propone di coinvolgere non solo studenti ed educatori, ma anche i docenti che hanno aderito al progetto, chiamati ad assistere agli incontri da osservatori: «La prima cosa che facciamo insieme ai ragazzi quando entriamo in aula è spostare i banchi al fondo, modificando l’ambiente a cui sono abituati e mettendoci in cerchio – continua Sara – Anche agli insegnanti viene chiesto di restare, così tanti di loro hanno potuto scoprire lati sconosciuti dei propri allievi».
Superare il rigido rapporto docente-allievo basato sulla performance scolastica: Recognize and Change è anche questo, oltre a rappresentare una dimensione in cui conoscersi attraverso modalità lontane dalla routine, fino ad acquisire nuova consapevolezza di sé. «Più di uno studente, a laboratorio concluso, mi ha detto di essersi stupito di sé stesso – conclude Sara – e questo è sicuramente uno dei regali che ho ricevuto dal progetto finora».

 

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Categorie: Intercultura

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