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18 Giugno 2018

Torino Pride: in 120mila per una grande festa a cielo aperto

Diario del corteo di sabato in cui migliaia di persone, mai come quest’anno, hanno fatto sentire la propria voce

Giovanni Mauriello

Torino Pride

Il corteo di Torino Pride in via Po

120mila persone. Mai così tante. Il Piemonte Pride, reduce dal successo di Novara dello scorso 26 maggio e pronto a replicare l’8 luglio ad Alba, sabato pomeriggio ha colorato le strade di Torino con la sua tappa più partecipata di sempre. Noi di Digi.TO abbiamo sfilato durante l’intero corteo: ecco com’è andata, accompagnati dalle immagini del nostro fotografo Federico Mereu.

L’APPUNTAMENTO
Dopo il percorso sperimentale del 2017, quest’anno l’appuntamento torna a essere in via San Donato. L’orologio non segna neanche le 16 quando la folla, numerosissima, invade già piazza Statuto nella sua interezza.
Fin da subito notiamo un radicale abbassamento dell’età media dei partecipanti: tanti, tantissimi giovani esibiscono coroncine di fiori, arcobaleni disegnati sui volti e striscioni che inneggiano all’amore e invitano ad abbattere i pregiudizi. Un ottimo segnale, a nostro avviso: chissà che non si stia davvero uscendo da quella ossessione per la norma, da quella tendenza al coming out tardivo in seguito ad anni bui di repressione e sofferenza.
Dai loro volti tutto porterebbe a pensare che quei gruppi di amici siano nati tra i banchi di scuola, che tra loro ci siano eterosessuali, bisessuali, omosessuali e che quella di oggi sia l’occasione per festeggiare insieme la meravigliosa e ampia gamma delle vicendevoli diversità.

IL CORTEO
Attraversare tutta via San Donato si rivela più difficile del previsto: mai vista tanta gente, negli anni precedenti. A fatica percorriamo al contrario l’intero stradone per dare un’occhiata ai vari carri: non solo i principali locali Lgbtqi, ma anche moltissime associazioni di giovani, migranti, studenti, genitori e famiglie arcobaleno.
Non mancano – anzi, a dirla tutta sono numerosissime – gli slogan provocatori nei confronti del neo ministro Lorenzo Fontana in seguito alle sue dichiarazioni sulla comunità, così come abbondano i riferimenti alla chiusura dei porti e delle frontiere proposte dal governo appena nato. Il Pride, dopotutto, non è solo l’occasione di manifestare l’orgoglio gay – non più, quantomeno – ma è anche uno spazio in cui la cittadinanza può far sentire la propria voce in nome della libertà.
È presente anche anche Marco Giusta, in questo caso come cittadino oltre che come Assessore alle Politiche per le famiglie che, a fianco alla sindaca Appendino, dichiara che una manifestazione così partecipata «è un grande segno di apertura per i cuori e le coscienze».
L’aria di festa ci conduce fino in piazza Vittorio fra musica, un caldo ormai estivo e ospiti d’onore (acclamatissimo Rocco Siffredi, felice e sorridente su uno dei carri). Mai come quest’anno era necessario far sentire la propria voce e riempire le piazze e l’obiettivo è stato centrato.

 

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Categorie: Intercultura

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