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17 Luglio 2018

Viaggio nella musica trap

Prendendo spunto dal concerto di Sfera Ebbasta, venerdì a Torino, proviamo a capire qualcosa di più di questo genere che non è rap né hip-hop e forse neanche più il sound nato in Usa dieci anni fa

Luca Ferrua

Sfera Ebbasta sarà al Flowers Festival venerdì 20

È in corso la quarta edizione del Flowers Festival, rassegna musicale che si tiene alla Certosa di Collegno fino al 22 luglio e che fa parte di un più grande progetto di riqualificazione dell’ex manicomio, di cui vi avevamo già parlato.
Quest’anno, insieme ad artisti più “navigati” come Alborosie e Fabri Fibra, troviamo anche il giovane rapper Sfera Ebbasta, l’autodefinitosi “re della trap” che si esibirà venerdì 20. Per l’occasione abbiamo voluto analizzare più da vicino questo genere musicale che sta facendo parlare di sé tra profonde critiche e grandi aspettative.

IL MIO TRIP NELLA TRAP
Siccome tra lavoro ed esami ancora non mi sentivo soddisfatto – e dato che i social hanno cercato in ogni modo di rifilarmi un video su come Young Signorino “abbia fatto i cash” – questo mese ho deciso di compiere un ultimo atto masochistico: ho ascoltato una canzone trap al giorno, possibilmente di artisti diversi.
Come ogni ricerca che si rispetti bisogna partire dall’inizio, cioè dai sobborghi di Memphis, quando uscì l’album Mystyc Stylez dei Three 6 Mafia: era il 1995 e DJ Paul e Juicy J suonavano un mix tra The New Style dei Beastie Boys e southern hip-hop, accompagnato da beat e testi ugualmente violenti.
Questo genere poi definito “crunk” altro non era che una proto-forma di musica trap; ma per la sua consacrazione bisogna aspettare il 2006 con Freaky Gurl di Gucci Mane, rapper di Atlanta noto per i suoi problemi di droga, che unì a temi classici della vita di strada (mi chiedo infatti quante volte b*tch possa fare rima con sh*t…) un pesante uso di sintetizzatori e drum machine (strumento per riprodurre ritmi percussionistici).

LA TRAP IN ITALIA
Ma cos’hanno in comune un ventenne di Cinisello Balsamo come Sfera Ebbasta e degli afroamericani cresciuti nelle periferie statunitensi delle traphouse (case abbandonate usate dagli spacciatori)? Solo un tempo musicale in levare (in gergo upbeat). Nel momento stesso in cui artisti come Kanye West e Jay-Z sono entrati in contatto con questo genere, l’hanno infatti influenzato con note mainstream tipiche della musica dance-pop, dando vita alla Edm Trap.
Ciò che abbiamo ereditato noi con i Club Dogo e Dark Polo Gang è quindi a sua volta un remix dubstep di Dance Trap, nella quale viene inserito dello slang da strada (possibilmente in inglese), ma senza un sottotesto che lo renda credibile.

UN NUOVO PUNK?
Personalmente non sono rimasto impressionato dalla trap italiana, alla cui pochezza contenutistica dei testi (soldi, yacht e prostitute) viene associata una melodia dal ritmo piatto e ripetitivo.
Discorso a parte va fatto per Young Signorino: mentre personaggi come Sfera Ebbasta si spacciano per moderne rockstar (sebbene solo all’apparenza), il trapper classe ’99 viene paragonato a una nuova icona del punk italiano, tanto da raggiungere in pochi giorni gli stessi follower di rapper come Achille Lauro, ma senza un live né un album al suo attivo. Il suo stile provocatorio e fuori dai cori, i suoi vocalismi disarticolati e privi di senso su video monocromatici e psichedelici appaiono oggi una risposta urlata e irriverente delle nuove generazioni alla stasi del panorama musicale italiano.

 

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Categorie: Musica

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