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13 Settembre 2018

Un pallone in rosa

Il presidente della società calcistica femminile New Team Kick Off ci fa conoscere un mondo spesso poco considerato ma dalle enormi potenzialità anche educative

Mario Acciaro

La squadra del New Team Kick Off

Daniele Steffenino è il presidente della squadra calcistica femminile New Team Kick Off. La società diffonde la cultura del calcio fra appassionate giocatrici di tutte le età e offre a queste ragazze l’opportunità di coltivare l’interesse per uno sport generalmente percepito come maschile, abbattendo pregiudizi di genere e diffondendo una sana educazione sportiva.

Perché fondare una società femminile? L’interesse del pubblico rimane alto, gli spalti si popolano?
«Io amo lo sport da sempre e lo trovo fondamentale per la crescita ed educazione dei giovani. Sono nel calcio a 11 e a 5 da ormai 28 anni e da 15 anni ho creato la New Team Kick Off Calcio a 5 Femminile qui a Torino. Ho da subito puntato esclusivamente al settore femminile per offrire anche alle ragazze la possibilità di praticare questa splendida disciplina, in quanto le società femminili sono poche e quindi distanti da raggiungere. Proprio per offrire al più alto numero di ragazze l’opportunità di allenarsi e giocare mi sono rivolto a ogni età e livello, pertanto la nostra attività è prevalentemente amatoriale, seppur di alto profilo. In questo modo nessuna viene emarginata e a tutte viene garantita la possibilità di imparare e giocare. L’interesse del pubblico purtroppo è limitato a genitori, parenti e amici, cosa peraltro che riguarda il livello più alto di tutto il calcio femminile, poco seguito dai mass media e poco supportato economicamente da enti e aziende».

Quali sfide presenta una squadra femminile rispetto a una maschile dal punto?
«L’organizzazione è la stessa di una qualunque società maschile, con le difficoltà enormemente maggiori nel reperire giocatrici in quanto è complicato far sì che si sappia che la tua società esiste, oltre alla poca promozione che viene fatta in generale per invogliare a giocare a calcio anche le ragazze, soprattutto nelle scuole. Inoltre la mancanza di campionati giovanili femminili suddivisi per fascia d’età, porta a doverti impegnare maggiormente per far convivere in taluni casi gruppi di ragazze di età parecchio differente. Questo in un ambiente amatoriale, poi più ci si avvicina ai livelli più alti nei campionati di federazione e più crescono i problemi di natura economica e di struttura».

Perché il calcio femminile non riceve la stessa attenzione mediatica della controparte maschile? Cosa si può fare per farlo emergere?
«Da sempre il calcio femminile non riceve la stessa attenzione mediatica del maschile. Solo in questi ultimi tempi si sta provando a ovviare alla situazione con l’entrata delle società professionistiche e grazie a grandi marchi e nomi ovviamente la risposta è stata entusiasta, anche a livello di numeri e di maggiore informazione sui giornali, in tv e sui social. Perché ragazze che vorrebbero giocare ce ne sono parecchie, ma essendo poche e distanti le società, hanno difficoltà a recarsi presso la struttura o in molti casi non sanno che esistono tali realtà. Inoltre ci vorrebbe maggiore promozione di tale attività nelle scuole. Credo moltissimo nello sviluppo del calcio femminile, nel mio caso del calcio a 5 in particolare ed questo il motivo che mi porta a impegnarmi sempre di più con la società, per farci conoscere e accogliere sia ragazze che volessero cimentarsi per la prima volta, sia quelle già più brave».

 

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Categorie: Sport

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