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13 Novembre 2018

Poliferie, partire dalle scuole per rigenerare le città

Dai giovani per i giovani, un progetto che vuole superare il concetto di periferie portando equità e opportunità diffuse nelle scuole attraverso strumenti concreti

Alice Dominese

L’immagine simbolo di Poliferie

“Quando la strada non c’è, inventala”: i ragazzi di Poliferie sembrano essersi ispirati a questo celebre motto quando, un anno fa, hanno unito le loro energie per costruire da zero un progetto ambizioso a forte impatto sociale. «Il nostro obiettivo è quello di far emergere un interesse per il sapere nei più giovani, fornire degli stimoli a lungo termine per renderli più consapevoli del loro presente e portare innovazione sociale su un territorio che ne è privo» racconta Giulia Olivieri, fra le fondatrici dell’iniziativa.

LA FORMAZIONE CONTRO LE DISUGUAGLIANZE
Nata per passione verso la “cosa pubblica” da parte di laureati e laureandi provenienti da differenti facoltà italiane, questa organizzazione non governativa è no-profit, apartitica e diffusa ad oggi su Milano, Torino e Roma, ma con l’obiettivo di estendersi a livello nazionale.
L’iniziativa si fonda sul desiderio di fare della città un organismo policentrico, ovvero di creare una rete solida e diffusa di più centri attivi in grado di assorbire quei luoghi marginalizzati che inchiodano chi li abita a non progredire negli studi e nel mondo del lavoro. «L’idea alla base è quella di sconfiggere le disuguaglianze diffuse nei centri cittadini facendo approdare nelle scuole i temi delle soft e delle hard skills, del mondo del 4.0, dalle startup agli incubatori, per esempio, argomenti cruciali che possono aiutare gli studenti a costruire il proprio futuro di cui però fra i banchi di solito non si parla» spiega Giulia.

L’ESPERIMENTO NELLE SCUOLE
La trasformazione dei “climi di vita” di cui Poliferie vuole farsi promotore, ha quindi una ricaduta geografica specifica, quella delle periferie cittadine. Dalla ricerca Istat, infatti, emerge un dato chiaro: l’ascensore sociale in Italia è bloccato e chi fatica a ottenere sbocchi sulla formazione universitaria è soprattutto chi appartiene a famiglie della cintura urbana. Da qui la volontà di questi giovani, amici oltre che colleghi, di costruire un’alternativa di strumenti e percorsi agli studenti delle scuole superiori periferiche.
«Con il progetto Poliferie Edu abbiamo iniziato a lavorare in un istituto tecnico di Frascati, dove numerosi esperti, tutti volontari, hanno dedicato tre giornate all’approfondimento del team building e del public speaking. L’esperimento è stato un successo secondo le impressioni ricevute dai ragazzi partecipanti – racconta Giulia emozionata – alcuni di loro hanno perfino preso la decisione di proseguire gli studi iscrivendosi all’università».

A TORINO
Dopo l’esperienza pilota, Poliferie continua a crescere. Il 19 novembre, infatti, in collaborazione con il Comune di Torino debutterà anche nell’Istituto tecnico superiore Grassi, dove le giornate saranno cinque, ognuna dedicata a un tema diverso, di cui le parole guida saranno Opportunità, Comunità, Tecnologie, Idee e Relazioni. «In questo modo proveremo a fornire una visione a 360° della realtà contemporanea – spiega ancora Giulia – tuttavia non vogliamo illudere gli studenti: le difficoltà reali sono tante e complesse, ma ci impegniamo a offrire loro un servizio il più concreto possibile».

 

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Categorie: Formazione

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