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10 Dicembre 2018

Tutti i muri di Zerocalcare

Dal murale alla fermata Rebibbia della metro alla mostra del Maxxi, un viaggio romano alla scoperta del fumettista italiano

Luca Ferrua

Il Maxxi di Roma fino al 10 marzo ospita Zerocalcare. Scavare fossati · Nutrire coccodrilli, la prima personale interamente dedicata a Michele Rech – in arte Zerocalcare – che ci offre un’immagine più ampia di sé dopo l’incontro al Campus Einaudi di quest’estate.

UNA SCALA IN SALITA
All’ingresso dell’ala riservata al fumettista romano, un’ampia scala circolare ci accompagna all’esposizione. Risalendo i suoi gradini, assieme a una copia in miniatura del murale del mammut che troneggia alla fermata Rebibbia della metro, una serie di riquadri e vignette ironiche ripercorrono i passi che hanno portato Michele al successo di oggi.
Qui possiamo leggere dei suoi esordi agli inizi degli anni Duemila: l’identità ritrovata aderendo allo straight edge (corrente hardcore-punk che prevede uno stile di vita libero da droghe e alcool), l’origine del suo nickname nato dalla pubblicità di un anticalcare e i primi esercizi di stile con la controversa tavola in stile Grattachecca & Fichetto (il cruento duo di personaggi dei Simpson). Continuando troviamo gli scontri del G8 di Genova (“lo spartiacque”, come lo definisce Michele). le sue prime edizioni con il fumettista Makkox e il successo decretato con la Bao Publishing.

UNA TRIBÙ TRA POP, LOTTA E REPORTAGE
La mostra vera e propria si apre con un’esposizione di tavole originali, accompagnate da copertine di album punk, locandine per assemblee e collettivi di resistenza antifascista e una videointervista in cui l’autore racconta la paura che questa mostra possa rivelarsi il suo canto del cigno.
Da qui inizia un percorso fatto di loghi, illustrazioni e poster attraverso tre capitoli. Il primo, Pop, ripercorre nostalgicamente le influenze culturali della generazione anni ’80, fatta di cartoni giapponesi e disillusioni. A seguire troviamo Lotte e Resistenze, un capitolo crudo e diretto incentrato su conquiste politiche e opposizione sociale. Infine ci accoglie Non-Reportage, una sezione dedicata alla coscienza collettiva e al rispetto multiculturale attraverso alcune sue memorie di viaggio, come il G8 o Kobane, in Siria. Questi nuclei vengono accompagnati da Tribù, una sezione che attraversa tutti e tre i capitoli nonché la più cara a Michele: qui Zerocalcare mostra la scena punk come la sua famiglia, una cultura fatta di molteplici stili di vita, uniti dal filo comune della solidarietà e della lotta per la libertà.

DEMOPATIA E SOLIDARIETÀ
La mostra pare perfettamente integrata in un palinsesto del Maxxi fatto di immagini disincantate della realtà odierna, come la contrapposizione tra spazio umano e natura negli scatti di Paolo Pellegrin o i video di manifestazioni di protesta civile.
In chiusura troviamo un filmato pubblicitario di Demopatia, un progetto a sei mani realizzato per ActionAid. L’app, che verrà rilasciata a inizi del prossimo anno, vuole essere un video reportage dai contenuti interattivi sul fragile tema della democrazia nel mondo.

 

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Categorie: Cultura

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