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19 Dicembre 2018
Il Natale del pasticcere
In questi giorni, in tantissimi sono all’opera per rendere più dolci le feste di fine anno, come Silvia, che ci racconta il suo punto di vista
Carlotta Bianchini
Natale è ormai alle porte e come dice la tradizione, siamo tutti più buoni. Che sia così o meno, sicuramente la bontà entrerà nelle abitazioni sotto forma di deliziosi e invitanti dolci. Ma come vede il Natale chi li produce? Per rispondere a questa domanda abbiamo intervistato Silvia Cordaro, una ragazza di 29 anni che lavora nella pasticceria di famiglia, molto apprezzata dai torinesi sin dalla sua apertura nel 1973 e premiata persino dalla Camera di Commercio per la lunga carriera.
Natale è uno dei giorni più belli dell’anno ma anche il più faticoso per voi che fate questo mestiere. Tra momenti stressanti e piacevoli, qual è la tua opinione in merito?
«Il mestiere del pasticcere è unico, creativo e gratificante ma allo stesso tempo anche molto faticoso. Con il giusto dosaggio delle materie prime si possono creare deliziosi dolci le cui varietà sono infinite. Ci sono però alcuni svantaggi come il dover rinunciare alle feste in famiglia, soprattutto nel periodo natalizio, perché c’è molto lavoro e persino le pause pranzo non esistono».
Tu come festeggi?
«Noi festeggiamo il giorno di Natale con il calore dei nostri clienti e solo dopo le ore 15 si scartano i regali in pasticceria. Senza dubbio per noi il pranzo non è più un pensiero».
Pur sapendo che questo dipende dalla regione, dalle tradizioni e dai gusti personali dei pasticceri, quali sono le ricette del Natale?
«Essendo mio padre di origine siciliana e mia madre pugliese uniamo più tradizioni. Passiamo dalla cassata alla meringa con la panna, che è il prodotto per cui siamo più apprezzati da quattro decenni. A Natale i dolci più richiesti sono ovviamente i panettoni e i pandori nelle varie forme e nei diversi gusti. Vendiamo però molto anche il torrone morbido e il panforte. Quest’ultimo ci rende molto fieri del nostro lavoro perché viaggia anche all’estero».
Avete delle ricette particolari?
«Le ricette sono un segreto. Raramente il pasticcere le scrive su un libro. Le tiene a mente e sperimenta di volta in volta. Quello che conta davvero è l’esperienza: le dosi giuste vengono ideate e realizzate sempre sul momento in base alle creazioni precedenti».
Natale in genere si trascorre con i propri cari. Com’è lavorare con loro ogni giorno?
«Posso dire dalla mia esperienza che lavorare in famiglia è bello ma faticoso. Questo perché le idee sono tante, come le teste. Spesso è difficile accordarsi su quale prodotto sia fatto nel miglior modo. Ma sono fortunata ad avere questo lavoro e, soprattutto, avere imparato tutto da mio padre è una cosa unica e rara».