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10 Gennaio 2019
Il caso “M”: quando la letteratura incontra la storia
Impressioni sul controverso, ultimo libro di Antonio Scurati, che con questa monumentale opera su Mussolini e il fascismo ha diviso la critica
Michela Lopriore
Edito di recente da Bompiani, M. Il figlio del secolo, l’ultimo libro di Antonio Scurati, ha già fatto molto discutere.
Il romanzo narra le vicende di Benito Mussolini e del fascismo dalla prospettiva dei suoi stessi protagonisti, comprendendo il lasso di tempo che va dal 1919 (anno della fondazione dei Fasci di combattimento) fino al delitto Matteotti, avvenuto nel 1924. Ciò che rende peculiare l’opera è il fatto che per la stesura del testo l’autore si sia avvalso di documenti storici e testimonianze autorevoli, ragion per cui ogni singolo personaggio, discorso e accadimento raccontato è avvenuto realmente.
Frutto di un progetto ambizioso che ha visto Scurati impegnato in cinque anni di ricerca, l’opera ha suscitato sia elogi – aggiudicandosi per settimane il primo posto in classifica dei libri più venduti – che perplessità.
TRA LETTERATURA E STORIA
Concepito come il primo di una trilogia, M si trova a metà strada tra il saggio e il romanzo, e in quanto tale si pone come fine quello di integrare il lavoro della ricerca storica attraverso la forza sintetica della narrazione.
Sebbene l’autore abbia apertamente dichiarato di attenersi al punto di vista del romanziere più che dello storico, le oltre 800 pagine del libro si presentano intervallate tra un capitolo e l’altro da articoli, dichiarazioni, diari ed estratti di discorsi dell’epoca che ne certificano l’autenticità. Riportando alla memoria collettiva anche figure secondarie della vita di Benito Mussolini, sono molti i personaggi che costellano l’opera di Scurati, da D’Annunzio a Marinetti, da Mario Sironi a Benedetto Croce, da Edda Mussolini a Margherita Sarfatti: protagonisti dell’eopca fascista che compaiono sulla scena non come semplici comparse, ma provvisti di un’identità e una storia ben definita, quella con cui – scellerata o meno che sia – prima o poi occorre fare i conti per combattere il fantasma del fascismo. Tutto viene osservato come materia meramente narrativa, senza giudizi e con stile romanzesco, a partire dal tono e dallo svolgimento avvincente.
L’approccio di Scurati risulta infatti spoglio di qualsiasi pregiudiziale ideologica, tanto che la storia viene raccontata priva di alcuna indulgenza, cercando di comprendere gli errori della classe dirigente liberale e delle forze socialiste e analizzando a fondo l’aberrazione fascista.
LE CRITICHE
Oltre ai plausi, l’ambizioso progetto dell’autore ha ricevuto anche critiche molto dure come quella di Ernesto Galli della Loggia, che sul Corriere della Sera ha segnalato una serie notevole di sviste e incongruenze: dalle citazioni attribuite a Carducci anziché a Pascoli all’inesatto numero di deceduti durante la Prima Guerra Mondiale. Ma tenendo conto delle quasi 850 pagine complessive, il romanzo rimane un’opera di fondamentale importanza, capace di fare fronte a quell’amnesia storica che la nostra epoca sta attraversando.