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17 Gennaio 2019
Vecchia Porta Susa, dai treni alle stanze d’hotel
L’ex stazione si prepara a cambiare pelle, di nuovo, e a diventare un albergo Moxy, catena che guarda a una clientela giovane. Ma cosa è successo negli anni a questo luogo? E cosa l’aspetta?
Alice Dominese
Da stazione a hotel, il passo – non – è breve. Immobile, guardinga e silente mentre il traffico la circonda, Porta Susa ha visto cambiare una città e la sua economia, ha trasformato la propria funzione, non sempre con successo, rimanendo nel tempo uno spazio di incontro e di passaggio.
Dopo essere stata luogo di abbandono, rifugio per senzatetto voluto dall’amministrazione comunale durante l’inverno scorso e per soli 10 mesi sede del Mercato Metropolitano, dal novembre 2018 – periodo di approvazione della convenzione fra Città di Torino, Ferrovie dello Stato e Rfi che sanciva l’inizio di una stagione di valorizzazione dell’area – Porta Susa ha visto contendere la propria onerosa messa in vendita tra Ikea e Ream Sgr. Se la prima non ha bisogno di presentazioni, è bene sapere che la seconda è una società immobiliare partecipata dalle fondazioni torinesi interessata a fare dell’ex stazione una residenza universitaria. Alla fine, però, a spuntarla è stata l’Ikea, o più precisamente la holding Vastint che la controlla. Oltre 6 milioni di euro il valore del contratto d’acquisto siglato dagli svedesi, a cui si aggiungeranno circa 18 milioni per i lavori di rimessa a nuovo necessari ai locali per essere trasformati in un Hotel Moxy, ovvero in un albergo-boutique dedicato agli under 40.
Prezzi abbordabili, stile e design per chi viaggia: questa la proposta che ha come partner anche il gruppo Marriot, progetto a cui manca però ancora un imprenditore che esporti concretamente il brand sotto la Mole. Moxy è infatti un popolare franchising di hotel in giro per il mondo che mira a diffondersi in Italia attraverso un piano di sviluppo che coinvolge Torino, Verona e Milano. Dagli Stati Uniti al Giappone, passando per gran parte dei paesi europei, il Moxy Hotel è approdato anche da noi collocandosi in ben due sedi nei pressi degli aeroporti di Malpensa e Linate.
Di fronte a questo fenomeno globale rivolto ai giovani, che svolge sapientemente la propria campagna pubblicitaria tutta imperniata su Instagram, la Ream Sgr sembrerebbe non voler mollare l’osso; il Corriere della sera riferisce infatti aria di ricorso alla compravendita ormai conclusa.
La vecchia Porta Susa ha smesso di ospitare il transito dei treni nel 2013, mentre poco più accanto la nuova struttura in vetro e acciaio inaugurava l’alta velocità sui suoi moderni binari salutando la sua antenata ottocentesca. La costruzione risale infatti al 1858 per ospitare la linea Torino-Novara (poi diventata Torino-Milano) e in origine era stata pensata come stazione di testa, ma a seguito del prolungamento della tratta ferroviaria rimase stazione di transito. Semplice e austera, la sua facciata in stile eclettico-classicista non attira certo l’attenzione dei passanti, eppure in pochi sanno che fu una delle primissime stazioni nell’Italia pre-unitaria, realizzata all’interno di un progetto completo di infrastrutture ferroviarie promosse dal Regno di Sardegna.
Ora, con la trasformazione in Hotel Moxy, resta da vedere come dimensione locale e globale dialogheranno insieme nel futuro di Porta Susa.