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26 Marzo 2019

Biennale Democrazia: visibile e invisibile

Da domani a domenica torna a Torino la rassegna che per questa edizione ha scelto di dare voce a ciò che non è immediatamente percepibile

Paride Pasini

Striscione Biennale Democrazia

Biennale Democrazia 2019 ha come tema Visibile-Invisibile

In un mondo in cui tutto è immediatamente visibile e in continua evoluzione, esistono coni d’ombra che nascondono alcune sfaccettature della nostra società. L’analisi di questi aspetti invisibili ci consente di comprendere ciò che accade, superando la semplice percezione e rendendo possibile una prospettiva di futuro. Scoprire ciò che non si vede è l’obiettivo della sesta edizione di Biennale Democrazia, presieduta da Gustavo Zagrebelsky, che Torino ospita da domani a domenica 31 marzo, un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura con il Polo del ‘900.

In 133 appuntamenti si parlerà, con 251 relatori italiani e internazionali, dei rapporti tra centri e periferie, degli aspetti segreti del web, di culture e forme artistiche meno conosciute, ma anche di politica, arte, filosofia, diritto, economia, scienza, sport e architettura.
A tale proposito, è prevista una manifestazione di quattro giorni, Welcome Aurora (nell’omonimo quartiere) allo scopo di valorizzare quest’area periferica poco conosciuta, simbolo della trasformazione architettonica e culturale della città. Si è scelto di illustrare con installazioni artistiche la storia della democrazia attraverso i discorsi che ne hanno segnato le tappe più importanti e di dare spazio, attraverso mostre fotografiche, ai volti e alle vite dei cittadini del quartiere nonché alla percezione, sia del territorio che della sua organizzazione, da parte dei migranti che hanno attivamente partecipato agli allestimenti.

I filoni di Biennale Democrazia legati al tema del Visibile-Invisibile sono principalmente quattro. Il primo è Luci e ombre: informazione, cultura e politica sono chiamate ad arginare una comunicazione che si realizza attraverso un flusso continuo di notizie sintetiche e superficiali, in cui le emozioni suscitate hanno gli stessi connotati e smarriscono l’importanza dell’approfondimento. Il secondo filo conduttore è La società della trasparenza: i poteri si sottraggono al controllo e al giudizio dei cittadini. Per contro la privacy dei singoli viene costantemente violata al fine di indirizzarli in ogni loro scelta. In terzo luogo i Legami invisibili: la pacifica convivenza nelle città necessita di quei processi partecipativi in grado di ripristinare le relazioni tra gli individui che col tempo si sono perse, alimentando diffidenza e conflitti. Infine l’ultimo filone si intitola Dal tramonto all’alba: una visione della società limitata al presente banalizza l’insorgere di fenomeni pericolosi per la tenuta della democrazia. La conferma di una visione democratica del mondo passa necessariamente attraverso una rivisitazione del rapporto tra centro e periferie, fra poteri e cittadini.

La kermesse si aprirà al Teatro Regio con la lectio magistralis di Adriano Prosperi, giornalista e storico, su La visibilità dell’altro: un percorso a ritroso sui rapporti tra popoli diversi, evidenziandone l’evoluzione: mentre un tempo l’incontro tra culture differenti era stimolante, in quanto generava un arricchimento culturale reciproco, oggi queste relazioni sono ostacolate da pregiudizi e paure.
L’evento di chiusura sarà invece domenica 31 marzo alle Ogr, con uno spettacolo ispirato a un importante testo della nostra letteratura, Le città invisibili di Italo Calvino, come simbolo della coesistenza tra visibile e invisibile.

Biennale Democrazia si è sempre avvalsa del contributo dei cittadini, a cui è data la possibilità di proporre eventi rispetto al tema generale. Come in tutte le edizioni passate, nei mesi scorsi sono stati coinvolti gli studenti dell’Università di Torino, aprendo quest’anno una call anche verso gli studenti del Politecnico e di alcune classi delle scuole superiori di Torino e Cuneo.

 

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Categorie: Cultura

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