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20 Maggio 2019
Lingue in scena, un festival che parla europeo
Quest’anno il progetto teatrale dedicato agli studenti delle scuole superiori ha portato sul palco una versione plurilingue dell’opera Woyzeck
Francesca Vaglio Laurin
Dal 13 al 17 maggio la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani ha ospitato la 19a edizione di Lingue in scena!, festival di teatro plurilingue rivolto a giovani tra i 15 e i 20 anni provenienti dalle scuole superiori di diversi paesi europei.
Il progetto si è articolato lungo tutto l’anno scolastico, durante il quale alcuni istituti torinesi – parallelamente a quelli di altre parti d’Europa – hanno lavorato, ciascuno nella propria lingua madre, alla creazione di progetti artistici incentrati su Woyzeck, opera teatrale incompiuta dello scrittore tedesco Georg Büchner risalente alla prima metà dell’800.
Il lavoro svolto durante l’anno nei vari paesi ha trovato espressione comune nelle giornate di Lingue in scena, durante le quali gli studenti hanno proposto la propria versione di Woyzeck in una serie di spettacoli gratuiti alla Casa del Teatro: prima nelle singole lingue e poi – nella serata conclusiva di venerdì 17 maggio – allestendo e presentandone una versione plurilingue che alternava i sei idiomi coinvolti nell’edizione di quest’anno: italiano, inglese, francese, tedesco, greco moderno e rumeno.
L’opera di Büchner è incentrata sulla figura di Franz Woyzeck, soldato povero e sfruttato che, per cercare di guadagnare da vivere per sé e per la compagna Marie e il figlio, accetta di sottoporsi agli esperimenti di un medico, un’umiliazione che va ad aggiungersi ai diversi soprusi e sbeffeggi che subisce quotidianamente da parte di chi gli sta attorno, dal suo capitano ai commilitoni.
Sotto la direzione di Marco Alotto e Stefania Ressico, i ragazzi coinvolti nell’edizione di quest’anno di Lingue in scena hanno portato sul palco della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani una versione di Woyzeck che alterna con naturalezza dialoghi e monologhi nelle sei diverse lingue. Dove l’orecchio degli spettatori non arriva a cogliere il significato delle parole, ci pensano i linguaggi universali delle coreografie, della musica dal vivo della piccola orchestra situata alla destra del palco e delle scenografie virtuali a mantenere il ritmo e a rendere ugualmente il senso di quanto sta accadendo ai protagonisti in scena.
Al termine dello spettacolo il numeroso cast di attori e musicisti riceve infatti un lungo applauso da parte del pubblico in sala, seguito da alcuni brevi interventi dei due direttori artistici e delle istituzioni coinvolte nel progetto Lingue in scena: la Città di Torino, il Goethe Institut e l’Alliance Française.
Come viene ricordato anche dal palco, a pochi giorni dal voto per le elezioni europee questa versione di Woyzeck testimonia come il teatro possa essere un prezioso strumento di conoscenza e contaminazione oltre le frontiere, valorizzando tradizioni culturali e linguistiche differenti attraverso l’arte.