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24 Maggio 2019

In Europa si vota, ma cos’ha realizzato l‘Ue nell’ultimo anno?

Per una scelta consapevole è importante conoscere i principali progetti politico-economici presenti nel bilancio 2018

Alice Dominese

Voto Parlamento Ue

In italia domenica si vota per il Parlamento europeo

Da ieri e fino a domenica 26 maggio si vota per il rinnovo del Parlamento europeo. Diviso fra la destra euroscettica e la minoranza dei partiti di sinistra, l’emiciclo di Bruxelles si avvicina a un giro di boa storico che potrebbe mutare significativamente l’indirizzo politico dell’Unione Europea che conosciamo. Di Stati Uniti d’Europa e di sovranismo, però, nel bilancio 2018 pubblicato dall’Ue si parla poco.
Gli obiettivi salienti che l’Europa si propone di raggiungere sul lungo periodo, infatti, riguardano soprattutto l’unione dei mercati capitali e dell’energia e il mercato unico digitale. Insomma, nonostante la Brexit, di spaccatura della comunità europea non sembra esserci traccia e la traiettoria di lungo periodo ammicca invece sempre di più alla convergenza sul piano economico.

L’unione bancaria è in primo piano e consiste nell’integrazione dei mercati capitali, ovvero si propone di rendere più interconnesso il sistema finanziario, quello degli investimenti e dei finanziamenti all’interno e all’esterno dell’Eurozona.
La costruzione di un unico grande deposito bancario internazionale, secondo la Commissione europea, avrebbe il vantaggio di ridurre i rischi dei risparmiatori e di garantire una copertura assicurativa ampia e comune a tutti i cittadini europei. Per farlo è necessaria una condizione di sviluppo comune e omogenea dei Paesi membri, ma le differenze fra i loro livelli di occupazione lavorativa e di crescita rimangono notevoli, nonostante i dati parlino di un’espansione economica complessiva che da oltre cinque anni consecutivi non accenna a fermarsi.

Per favorire questa convergenza delle economie nazionali, Bruxelles ha stabilito una manovra ambiziosa: il Fondo europeo per gli investimenti strategici stanziato nel 2015 ha cercato di investire 315 miliardi di euro nella crescita economica e nel 2018 è stato prorogato per altri due anni, salendo a quota 500 miliardi.
Il Fondo è servito e servirà a incentivare lo sviluppo delle piccole imprese presenti sul territorio europeo, ha permesso di estendere la fornitura dell’energia rinnovabile ed è stato investito per il suo 21% nel settore della ricerca e dell’innovazione.

Accanto alla crescita economica, il secondo macro obiettivo riguarda l’unione dell’energia ed è altamente connesso al raggiungimento della sostenibilità ambientale entro il 2030.
Il Pacchetto Energia pulita definito nel 2018 prescrive una normativa specifica per guidare l’Europa nella transizione verso la green-economy, prevedendo di arrivare al 2030 con un’efficienza energetica basata per almeno il 32% sulle risorse rinnovabili sull’intero territorio. Intervenendo in primo luogo sulle abitazioni, con la costruzione di edifici più intelligenti e sostenibili, si prevede così di portare a zero le emissioni inquinanti entro il 2050. La decarbonizzazione dell’economia sarà resa possibile dalla sincronizzazione della rete elettrica fra Europa continentale e Paesi baltici stabilita per il 2025.
Grazie agli accordi transnazionali stretti nell’ultimo anno, l’unione energetica è pensata per realizzare una rete di energia solidale fatta di gasdotti e infrastrutture che collegheranno la Grecia alla Danimarca, passando per il centro del continente.

A completare il ventaglio delle tre unioni progettate dall’Ue, c’è il mercato unico del digitale.
Dopo la battaglia contro i meccanismi anticoncorrenziali del web, le normative sulla privacy online e le nuove norme sulla diffusione di materiale audiovisivo e musicale in tutta Europa, il Parlamento procede spedito anche contro gli obblighi sulla localizzazione in modo da abbattere i costi dei servizi dei dati, favorisce l’innovazione sull’Intelligenza artificiale e ha deciso di migliorare l’accesso alle risorse utili per la ricerca, la trasparenza delle informazioni del settore pubblico e la connettività dei cittadini.
Allo stesso tempo, si impegna per rafforzare la cybersicurezza e contrastare la disinformazione online con programmi d’intervento specifici.

Mentre l’Unione europea cerca di accorciare le distanze al proprio interno, c’è chi costruisce muri e prova a defilarsi, ma la strada per farlo sembra in questo caso decisamente in salita.

 

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Categorie: Economia

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