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29 Luglio 2019

L’impronta ecologica: cos’è, come si calcola e come possiamo ridurla

Riflettere sul consumo di risorse naturali legato alle nostre attività quotidiane può aiutarci ad adottare uno stile di vita più sostenibile

Francesca Vaglio Laurin

Confronto consumo risorse nei decenni

Fino agli anni ’60 non consumavamo annualmente le risorse del pianeta

Oggi il nostro pianeta stabilisce un nuovo e infelice record: è infatti l’Earth Overshoot Day, la giornata in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse naturali a disposizione per l’anno solare. Questo significa che in 7 mesi abbiamo esaurito le risorse di 12 mesi e che tutto ciò che consumeremo da oggi in poi è un surplus che stiamo chiedendo alla Terra.
Il calcolo della data viene effettuato dall’organizzazione Global Footprint Network mettendo in relazione due indicatori su base annuale: la biocapacità della Terra, ovvero l’insieme dei servizi ecologici erogati, con l’impronta ecologica globale, che invece mette a confronto il consumo umano di risorse con la capacità del pianeta di rigenerarle.

CONSUMIAMO LE RISORSE DI QUASI DUE PIANETI
Il 1971 è stato il primo anno in cui abbiamo iniziato a indebitarci con la Terra, finendo le risorse il 21 dicembre. Con poche eccezioni, da lì in poi l’Earth Overshoot Day è caduto sempre prima (l’anno scorso era stato il 1° agosto). Ciò significa che consumiamo risorse sempre più velocemente e in maniera sempre più insostenibile. Attualmente, a livello globale, è come se ogni anno utilizzassimo i beni naturali di 1,75 pianeti. Ma ci sono differenze molto significative da un paese all’altro: per l’Italia, ad esempio, questo dato sale a 2,7 pianeti (fonte: Global Footprint Network National Footprint Accounts 2019).
Il quadro è allarmante e per invertire la tendenza servirebbe un deciso cambio di rotta nelle politiche ambientali, economiche e produttive su scala globale. Tuttavia, ciascuno di noi può comunque fare la sua parte adottando uno stile di vita più sostenibile e rispettoso del pianeta, cercando di ridurre la propria impronta ecologica. Questo indicatore – che può essere calcolato sia su base individuale, sia collettiva – è stato concepito nel 1990 dagli studiosi americani William Rees e Mathis Wackernagel e tiene conto di una molteplicità di fattori: consumo di acqua e cibo, quantità di suolo edificata o destinata a coltivazioni, allevamento e produzione di energia.
Avere percezione della quantità di risorse che consumiamo non è però così semplice. Per questo Global Footprint Network ha sviluppato un sito che, sulla base di una serie di domande relative alle nostre abitudini quotidiane, consente di calcolare la propria impronta ecologica e il relativo Earth Overshoot Day.

CIBO, RIFIUTI, TRASPORTI
L’esperimento può essere ripetuto più volte ma, se il risultato ottenuto non vi soddisfa, è l’occasione giusta per riflettere su come migliorarsi.
A partire dalla scelta del cibo: la carne (in particolare quella rossa) è l’alimento con l’impatto più pesante sull’ambiente per emissioni di gas serra, consumo idrico e sfruttamento del suolo. Ridurne la presenza nella nostra dieta – privilegiando invece cibo fresco, di stagione e possibilmente prodotto localmente – è un ottimo punto di partenza.
Un altro fronte importante riguarda la produzione e lo smaltimento dei rifiuti: secondo il Rapporto Rifiuti Urbani 2018 pubblicato dall’Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in Italia, in media, produciamo 497 kg di rifiuti all’anno a testa. Una quantità enorme, composta per la maggior parte da imballaggi. La scelta dei prodotti che acquistiamo può fare la differenza: esistono ormai diverse opzioni per comprare cibo e prodotti per la casa “sfusi”, ma anche nei normali supermercati possiamo privilegiare prodotti che utilizzano meno imballaggi, o quelli fatti con materiale riciclabile, impegnandoci poi a differenziarli sempre correttamente.
Infine, per quanto riguarda i nostri spostamenti quotidiani, limitare l’utilizzo dell’automobile a favore di biciclette e mezzi pubblici può ridurre notevolmente le nostre emissioni inquinanti. Quando questo non è possibile, ci si può organizzare per condividere il percorso con altri passeggeri, riducendo il numero di auto in circolazione. Possiamo inoltre impegnarci a diminuire il numero dei viaggi in aereo, di gran lunga il mezzo di trasporto più inquinante a livello di emissioni di CO2, privilegiando quando possibile autobus e treni.

Questi sono solo alcuni dei comportamenti che si possono adottare per spostare in avanti le lancette del proprio Earth Overshoot Day. Se all’inizio cambiare abitudini può richiedere qualche sforzo, in breve diventerà parte della vostra quotidianità, portandovi magari a scoprire altre buone abitudini: mettetevi alla prova!

 

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Categorie: Ambiente

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