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26 Settembre 2019

Banksy e Blu al Teatro Colosseo

C’è tempo fino al 29 settembre per visitare la mostra Street Art in Blu, dedicata ai due artisti tanto popolari quanto senza nome

Fabio Gusella

Maiali - pittura acrilica realizzata da Blu ed Ericailcane

Una pittura acrilica realizzata da Blu ed Ericailcane

Se esiste il teatro di strada, perché l’arte di strada non può entrare a teatro? È l’esperimento andato in scena tra il foyer, la sala e il palcoscenico del Teatro Colosseo (via Madama Cristina 71): stiamo parlando della mostra Street Art in Blu, circa 100 opere fra serigrafie, litografie, riproduzioni, murales “strappati”, graffiti su saracinesca e stampe offset realizzate dai due grandi nomi della street art internazionale, l’inglese Banksy e l’italiano Blu, e da molti altri artisti, fra i quali Ericailcane.
L’esposizione, inaugurata il 23 agosto scorso, si concluderà domenica 29 settembre. Allestita da Lacryma Lisnic, è frutto della collaborazione fra il collettivo di collezionisti Xora, l’associazione culturale Dreams e il Teatro Colosseo.

Attraverso un’affascinante intervista al gallerista e storico agente di Banksy Steve Lazarides, alcuni tabelloni della mostra tendono a confrontarlo con Blu. Innanzitutto, ci viene rivelato che entrambi dovrebbero essere pressoché coetanei, avendo poco più di quarant’anni. Una delle differenze principali, invece, consisterebbe nel diverso rapporto instaurato con il mercato dell’arte: se Banksy è valutato qualche centinaio di milioni di sterline, Blu ha da sempre adottato uno stile più ritirato e meno commerciale, tanto che pochissime sue opere sono state battute all’asta.

Un’altra fondamentale differenza fra i due riguarda il linguaggio alla base delle rispettive opere: il primo adotta uno stile “british” per comunicare anche i messaggi più duri. Ne è un esempio Napalm (di cui è esposta una riproduzione), una grottesca rivisitazione della celebre fotografia scattata durante la guerra del Vietnam: l’artista ha qui modificato la foto originale inserendo un pupazzo di Topolino e uno di Ronald McDonald accanto alla bambina vietnamita vittima dell’effetto devastante dell’agente chimico. Molto diverso lo stile di Blu, che ha ben poco del distacco d’oltremanica proprio di Banksy, preferendo invece tuffarsi (come il suo murale Il Tuffatore) nel messaggio che intende portare al pubblico.

Banksy esordisce sui muri di Bristol all’inizio degli anni ’90, diventando conosciuto al grande pubblico soprattutto per la tecnica dello stencil. Tuttavia, pur proponendoci alcune fra le sue opere più celebri (Napalm, Applause, Girl with balloon, Kissing Coppers), la mostra tiene a ricordarci che l’attività dell’artista non si è mai limitata alla sola pittura murale, scommettendo invece su progetti di più ampio respiro, come ad esempio il Walled Off Hotel, un singolare albergo inaugurato nel 2017 per offrire alla clientela una panoramica sul Muro di Gerusalemme.

Una serigrafia dell’artista Blu

Venendo invece a Blu, il poco che si sa di lui è piuttosto sorprendente: nonostante la rivista Complex gli abbia assegnato il primo posto fra gli street artist di fama internazionale e il Guardian abbia inserito uno dei suoi murales fra i dieci migliori al mondo, si vocifera che Blu, probabilmente nato agli inizi degli anni ’80 a Senigallia, trascorra la sua vita a bordo di un camper. La sua “Bristol” è stata Bologna, sui cui muri ha cominciato a realizzare murales illegali per mobilitare l’opinione pubblica attraverso una sferzante critica alla politica e ai mali della società contemporanea: il consumismo, il capitalismo, il militarismo, i mass media. A questo proposito, sul palcoscenico del teatro sono state esposte alcune sue opere particolarmente dure nei confronti della società dei consumi: basti pensare al disegno intitolato The Funeral, che raffigura una funzione funebre celebrata per una automobile, o a Tanks and Buldozer, un grande “8” formato da un susseguirsi infinito di ruspe e carri armati, un chiaro riferimento al circolo vizioso instauratosi fra industria e militarismo.
Nonostante molte gallerie d’arte abbiano iniziato a invitarlo a esporre, Blu ha sempre preferito operare al di là della cortina di ferro del mercato dell’arte, cercando di ritagliarsi un proprio spazio di libertà creativa restando ancorato al luogo gratuito e universale in cui tutto è cominciato: la strada.

Il terzo e ultimo artista di cui vogliamo parlarvi risponde al curioso nome di Ericailcane. Anche sulla sua vita è calato un velo di mistero: originario di Belluno, ha anche lui esordito sui muri bolognesi, città nella quale ha frequentato l’Accademia di Belle Arti. Da alcune opere esposte, veniamo a conoscenza della stretta collaborazione con lo stesso Blu, di cui vediamo alcuni esempi in esposizione: la serie Collaboration, un ciclo di disegni a china e matita, e Minotaurus + Maiale, una pittura acrilica su portone scorrevole.
I lavori di Ericailcane emergono per la minuzia della sua linea e per l’aura assurda e straniante che accomuna i suoi bizzarri paesaggi: enormi animali si aggirano per le nostre città e interagiscono con l’ambiente urbano, trasmettendo una sensazione di inquietudine di fronte allo stravolgimento dell’attuale ordine incentrato sull’uomo.

Ma non finisce qui: fuori dal teatro, nella vicina via Bidone, vi aspettano alcuni enormi graffiti murali. Si tratta della mappa di San Salvario realizzata da Zedz, dei due orsi di Nevercrew e Bordalo II, del portale tridimensionale di Peeta e degli ultimi lavori di Nemo’s e Aito Kitazaki.

Alcune informazioni pratiche: la mostra apre i battenti dal lunedì al giovedì dalle 15 alle 20 e il venerdì e nel week-end dalle 10 alle 19. Il biglietto intero costa 10 euro, ma per i visitatori under 24 è previsto l’ingresso a 6 euro.

 

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Categorie: Cultura

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