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1 Aprile 2020

L’epidemia non arresta la solidarietà

Dal Banco Alimentare al Telefono Rosa, sono numerose le associazioni di volontariato che a Torino non hanno interrotto le loro azioni solidali in questi giorni difficili

Adele Geja

Mani che si uniscono una sull'altra in segno di solidarietà

Molte realtà di volontariato continuano le proprie attività

Com’è ormai purtroppo noto, l’emergenza sanitaria si trasformerà in una pesante crisi economica e sociale per il nostro paese. Già in questi giorni si possono constatare le conseguenze derivanti dalla chiusura quasi totale delle attività produttive, i cui tragici effetti sono subiti maggiormente dalle fasce più deboli della popolazione. Fortunatamente le associazioni di volontariato non hanno interrotto le proprie attività, nonostante le problematiche sorte dalla diffusione del Coronavirus.
Vediamo nel dettaglio alcuni dei servizi attivi a Torino rivolti ai soggetti più fragili, garantiti dall’operato di generosi volontari e volontarie che in questa situazione di emergenza hanno scelto di continuare ad aiutare i più bisognosi, mettendo anche a rischio la propria salute.

ASILI NOTTURNI
L’obbligo di quarantena è impossibile da rispettare per chi non ha una casa dove ripararsi. Perciò le strutture di ospitalità notturna sono rimaste aperte, nonostante le difficoltà nel reperire mascherine e gel igienizzante e la minore disponibilità di volontari.
Come afferma Sergio Rosso, presidente degli Asili Notturni Umberto I, le strutture proseguono quasi tutte le consuete attività di aiuto alle persone senza dimora, rispettando però le norme previste dai decreti ministeriali tramite l’igienizzazione dei dormitori, il mantenimento della distanza di sicurezza e la misurazione della temperatura agli ospiti. Sono attivi anche gli ambulatori medici, soprattutto per quanto riguarda i servizi di pneumologia e virologia. Per evitare gli affollamenti la mensa è stata chiusa, ma ogni sera i volontari distribuiscono i sacchetti con il pasto preparati durante la giornata.

BANCO ALIMENTARE
Nei primi quattro giorni della settimana scorsa la Fondazione Banco Alimentare ha distribuito 12.000 kg di alimenti in più rispetto alle quantità normali. Il presidente Salvatore Collarino parla di circa 7-8.000 nuove richieste da parte dei torinesi, in aggiunta alle 50.000 persone che già di consueto fanno affidamento sulla rete di 250 associazioni caritative e di volontariato coordinate dalla fondazione in provincia di Torino.
Dopo un iniziale arresto durante la prima settimana di blocco, il Banco Alimentare ha infatti continuato le sue attività con mascherine, turni nei magazzini e distanze di sicurezza. Superando le problematiche logistiche e il ridotto numero dei volontari (la maggior parte over 65) lo spirito di solidarietà non si è fermato, per venire incontro a chi ha subito gli effetti più drammatici legati alle misure di quarantena.

ANZIANI
Un’altra criticità riguarda le persone con più di 65 anni, maggiormente vulnerabili al virus, a cui viene espressamente raccomandato di non uscire di casa se non per necessità. Per coloro che vivono soli il Servizio Emergenza Anziani, in collaborazione con il Servizio Anziani e Tutele del Comune di Torino, offre un servizio di consegna a domicilio di alimenti e medicinali e di assistenza telefonica. Per garantire le attività l’organizzazione ricerca come volontari “giovani altruisti e coraggiosi”.

SUPPORTO PSICOLOGICO
È una necessità che può sembrare magari secondaria rispetto ad altre, ma che invece è importante garantire in questo periodo difficile. Sono molte le realtà che offrono un aiuto psicologico gratuito a distanza, dedicato espressamente all’emergenza Coronavirus. Oltre allo spazio di ascolto Unito ad esempio c’è l’associazione Psicologi per i Popoli Torino, i cui volontari operano nei campi dell’assistenza psicologica, sociale, sanitaria e nella formazione.
In questi giorni, con la collaborazione della Protezione Civile, è stato attivato uno sportello telefonico, per offrire un primo aiuto a chi sta subendo in qualsiasi modo le conseguenze dell’emergenza sanitaria.

VIOLENZA DOMESTICA
Il periodo di quarantena può diventare un incubo per le donne vittime di violenza domestica, costrette a convivere l’intera giornata con il partner. Fortunatamente i centri antiviolenza sono operativi, pur con tutte le difficoltà legate all’impossibilità di un colloquio diretto e al fatto che le donne siano tendenzialmente scoraggiate a chiedere aiuto a causa della continua presenza in casa del compagno o dei figli.
Una realtà operativa è il Telefono Rosa, che con l’aiuto di operatori volontari offre sportelli telefonici diurni e serali e assistenza anche tramite mail e messaggi Facebook.

 

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Categorie: Intercultura

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