Home » Intercultura » Gli effetti del Coronavirus in Africa

3 Aprile 2020

Gli effetti del Coronavirus in Africa

Il Covid-19 ha già determinato il lockdown in 24 nazioni. L’antropologo Andrea Silvestri ci offre il suo sguardo critico sul futuro del continente

Giovanni B. Corvino

Ragazzo che studia un libro seduto al tavolo - Andrea Silvestri antropologo Coronavirus in Africa

Secondo l’antropologo Andrea Silvestri il Coronavirus in Africa avrà gravi conseguenze

Negli ultimi giorni si sono verificati più di 4.000 casi di Coronavirus sul territorio africano. I dati più allarmanti arrivano dall’estrema punta meridionale del continente, il Sudafrica, con oltre 1.000 infetti. Come avvenuto in Europa, è stato necessario adottare misure d’emergenza volte al contenimento del contagio, in questo caso soprattutto a causa della numerosa popolazione immunodepressa derivante dalla diffusione dell’Hiv, virus che tutt’oggi continua a mietere vittime quando diviene Aids.

La situazione sociale che ne è conseguita risulta allarmante. Diversi gruppi per i diritti umani hanno denunciato aspramente lo Zimbabwe, il Ruanda e il Kenya, a seguito delle violente azioni repressive adottate dai vari organi di sicurezza, incaricati di mantenere l’ordine pubblico e far rispettare dai cittadini le decisioni politico-sociali decretate per questa situazione.
Affinché venga rispettato il lockdown imposto il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha anche autorizzato l’intervento dell’esercito, che sabato 28 marzo insieme alla polizia ha fatto uso di armi con proiettili di gomma, sparando su una folla di circa 300 persone che si trovava davanti a un supermercato.

Da non trascurare, inoltre, sono le ripercussioni che il Covid-19 avrà sull’esecuzione dei riti di commiato di questo specifico continente, i quali hanno un importante significato per chi vi partecipa. Se però anche le danze funebri rischiano di essere represse, poiché considerate potenzialmente contro quanto chiesto ai cittadini, quali risvolti si verificheranno? A chiarirci circa il possibile futuro verso cui sta andando incontro l’Africa è Andrea Marco Silvestri, 25 anni, antropologo della sicurezza di origine astigiana che per motivi di studio e di lavoro ha vissuto in Sudafrica, Senegal ed Egitto, ma anche in Israele, New York e Abu Dhabi.

Il Coronavirus in Africa si sta diffondendo ovunque con estrema rapidità: quali pensi saranno gli esiti di questo stato d’allarme in un territorio gravemente ferito dall’Aids?
«Il Covid-19 riaccenderà molti problemi strutturali legati alla questione Aids, come ad esempio il duro processo per convincere le popolazioni ad assumere medicinali occidentali. Negli ultimi decenni sono stati numerosi i governi africani che hanno provato, a volte con successo discutibile, a sensibilizzare la popolazione al tema delle cure. Il Coronavirus, ad oggi senza vaccino, con le conseguenti morti potrebbe scoraggiare ulteriormente nel credere nel progresso scientifico. Anche le implicazioni economiche e politiche potrebbero essere disastrose da questo punto di vista. Si possono prevedere governi a rischio e nuovi disordini sociali. La salute, ancora una volta, è un tema di sicurezza».

In riferimento al contesto internazionale, quali possono essere le ripercussioni sull’Africa del lockdown che molti paesi europei stanno vivendo?
«Questo generale lockdown potrebbe causare un forte calo della domanda energetica e di risorse provenienti dall’Africa. Interi stati che basano gran parte del proprio Pil sulle domande dal mondo occidentale rischiano, di conseguenza, il tracollo economico. Ad esempio, il calo della domanda di petrolio in Nigeria inasprirà, e in parte sta già accadendo, le lotte interne tra gruppi criminali. Favorirà il terrorismo e la pirateria e successivamente tutti i traffici collegati, quali prostituzione e bracconaggio su larga scala. Dove c’è fame, purtroppo, c’è sempre violenza».

Prima di esser stato costretto a un rimpatrio di emergenza, ti trovavi proprio in Africa per motivi di lavoro. Come pensi verrà vissuto il lutto, a fronte delle nuove disposizioni di ordine sociale?
«Domanda complessa e che richiederebbe molti giorni di risposta. In breve, possiamo dire che gli africani sono solitamente più propensi a ritualizzare e ad attribuire un valore catartico al lutto e alla sofferenza legata alla perdita. Dato che tali pratiche dovranno essere, per motivi di sicurezza, ridotte al minimo per prevenire i contagi, saranno molte le problematiche che potrebbero scaturire. Non sono da escludere delle rivolte. Da ormai due secoli, la maggior parte dei popoli africani recrimina agli stranieri di aver portato nel loro continente problematiche che non esistevano prima. La globalizzazione e le conseguenti fonti di squilibrio hanno fatto da deterrente per numerosi moti di ribellione nei confronti del mondo occidentale. Questo virus potrebbe riaccendere quelle dinamiche».

 

Tag: , , , , ,

Categorie: Intercultura

Lascia un commento