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3 Aprile 2020

Sono giorni di lauree online

La discussione della tesi si sposta sul web: l’esperienza di tre studentesse torinesi che stanno concludendo così la loro carriera universitaria

Fabiana Re

Corona d'alloro su tesi di laurea - Lauree online

In queste settimane gli studenti si laureano online

Anna e Francesca hanno le voci soddisfatte di chi si è liberato da un enorme peso sulle spalle, Valentina invece non sa ancora bene come andrà a finire. Sono alcune delle centinaia di studenti che, in queste settimane in cui tutto è stravolto dal Coronavirus, si ritrovano ad affrontare l’ultima, fondamentale prova del percorso universitario: la discussione della tesi. Parenti e amici radunati in aula, la commissione schierata di fronte al candidato, che con voce incerta inizia l’esposizione del suo discorso…
Uno scenario a cui bisogna rinunciare, in tempi di emergenza sanitaria. Ecco allora che la discussione delle tesi si sposta online, con buona pace del bacio accademico.

PROBLEMI TECNICI E FESTAGGIAMENTI A CASA
«È stata un’esperienza istruttiva, formativa e sfidante», riflette Francesca, una laurea in Economia dell’Ambiente in tasca conseguita con il massimo dei voti. Certo, a mente fredda è più semplice trarre saggi insegnamenti e la neo dottoressa non nasconde di aver provato un po’ di ansia prima della discussione.
Il buon funzionamento di Webex, la piattaforma per meeting online scelta dall’Università, è sempre un’incognita e Francesca racconta di aver vissuto dei momenti di puro panico digitale. Il microfono e l’audio del suo computer hanno inspiegabilmente smesso di funzionare pochi minuti prima della dissertazione. Unica possibile soluzione: scaricare il più in fretta possibile l’applicazione sul cellulare e presentare la tesi chiacchierando con il piccolo schermo dello smartphone.
«Mi avessero raccontato del disastro tecnico avrei detto “Al posto tuo avrei avuto una crisi isterica e avrei rimandato l’esposizione” – ride Francesca – Credo invece di aver dimostrato a me stessa che anche in una situazione di massima tensione sono capace di mantenere il sangue freddo e trovare una soluzione. Dopo questa, non c’è stress che io non possa superare». Il mezzo digitale non diminuisce il valore del momento della discussione: «Mancano una serie di rituali – riconosce – come comprarsi il vestito, stampare la tesi, stringere la mano alla commissione, la corona d’alloro…». I festeggiamenti con gli amici sono solo rimandati, mentre in casa le celebrazioni si sono comunque tenute in grande stile, con spumante e cheesecake fatta in casa.

LAUREARSI IN COLLEGIO
Anna, studentessa di Ingegneria Meccatronica, è invece lontana dalla sua famiglia, che vive in Sardegna. «Quando ho capito che avrei dovuto discutere in remoto mi sono sentita un po’ delusa», ammette. Dopo anni di esami, notti a studiare, fatica, attendeva il giorno della laurea davanti ai parenti considerandolo un momento di riconoscimento dei suoi sforzi.
Per fortuna, a Torino Anna ha una seconda famiglia: gli studenti del Collegio Einaudi, la residenza universitaria in cui ha trascorso i suoi anni da fuorisede. «Ringrazio tutti i giorni di abitare in Collegio – racconta, riconoscente agli amici che l’hanno supportata durante la dissertazione – grazie a loro è stata comunque una bella giornata».
Radunati nell’aula studio e vestiti a festa, l’hanno aiutata a fronteggiare l’ansia e a risolvere i problemi al microfono del suo computer. Momenti di tensione dilatati all’infinito ma brillantemente superati: Anna ha potuto illustrare virtualmente alla Commissione la sua tesi di ricerca svolta tra Tokyo e il Politecnico. Mamma, papà e fratello, collegati via Skype, hanno assistito in diretta alla sua discussione, nell’attesa di poterla abbracciare.

UNA FESTA IN VIDEOCHAT
Valentina, studentessa di Culture Moderne Comparate, vede ancora il momento della laurea come un tuffo nell’ignoto. Il suo Dipartimento proclama i nuovi dottori ad aprile: per ora la tesi è conservata al sicuro in una cartella del suo pc, mentre la mente corre e tenta di immaginare la discussione in remoto: «Non è il modo in cui immaginavo di finire un percorso di cinque anni, ma mi accontento», racconta. Il Coronavirus non impedirà le celebrazioni, o almeno non quelle virtuali: «Festeggerò in videochat con le mie amiche – dice – anche se sarà strano stappare lo spumante da sola».
Questi giorni surreali ci spingono a riflettere sul mondo iperconnesso in cui viviamo. La tecnologia azzera le distanze e ci permette di essere virtualmente sempre insieme, è vero. Ma non c’è emoji che possa sostituire l’abbraccio di un amico.

 

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Categorie: Università

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