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9 Aprile 2020

Non solo uova di Pasqua

Un viaggio nella tradizione dolciaria piemontese tra aneddoti, curiosità e alcune ricette per festeggiare nonostante tutto

Adriana Scatolone

Immagini di nocciolini di Chivasso, uovo di cioccolata Pasqua, baci di dama, torcetti, ciambella di Chieri, krumiri

In Piemonte esiste una ricca tradizione di dolci

È quasi Pasqua e anche se quest’anno non si possono organizzare grandi pranzi o pic-nic, non bisogna rinunciare alle dolcezze del momento. Sono numerosissime le ricette tradizionali dolciarie legate a questa festività in tutta Italia e il Piemonte non è da meno.
Non tutti sanno che proprio uno dei simboli della Pasqua, ovvero l’uovo di cioccolato, nasce a Torino: siamo all’inizio del Settecento e in una bottega della Contrada Nuova, l’attuale via Roma, la vedova Giambone prova a versare il cioccolato fuso su gusci di uova, creando così la prima versione di cioccolato, con cui decora le sue vetrine. Negli anni ‘20 del Novecento poi, Casa Sartorio brevetta una macchina per lavorare il cioccolato in forme vuote, come se si usasse uno stampo: a questo punto nasce anche l’idea della sorpresa, che inizialmente consisteva in confetti o piccoli animaletti di zucchero.
Con tanto tempo a casa, oggi si può sfruttare questo periodo per provare anche altri dolci della nostra tradizione: ecco una selezione tratta dall’elenco dei prodotti che hanno ottenuto la certificazione di Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Pat) nell’ambito della pasticceria secca.

BISCOTTI REALI
Siamo nel 1878 e Vittorio Emanuele II è ormai in punto di morte; il pasticcere di Casale Monferrato (AL) Domenico Rossi per rendergli onore inventa un particolare biscotto, la cui forma si ispira proprio ai baffi del re: il Krumiro. L’etimologia del nome è controversa, ma probabilmente deriva da un liquore che all’epoca andava per la maggiore, dentro cui a fine pasto si inzuppavano questi biscotti. I Krumiri Rossi ottennero numerosi riconoscimenti e in particolare la medaglia di bronzo all’Expo del 1884 di Torino. Ancora oggi hanno un grandissimo successo e, venduti nella tradizionale scatola di latta rossa, sono uno dei prodotti tipici più esportati all’estero: Bill Clinton li definì «wonderful Krumiri».
Leggenda vuole che anche i Baci di Dama siano legati a Vittorio Emanuele II: si dice che nel 1856 avesse chiesto al cuoco di corte di preparargli un nuovo dolce da gustare, dal sapore e dalla forma diversi dal solito e così nacque questo biscotto. In realtà il Bacio di Dama nasce prima, a Tortona e nel 1810 il Cavalier Stefano Vercesi sostituirà nella ricetta le nocciole con le mandorle, arrivando alla versione tradizionale. Perché questo nome? La risposta è ricca di romanticismo in entrambe le sue varianti: il biscotto si chiama così perché le sue due parti sembrano baciarsi unite dalla crema del cioccolato oppure, vista nella sua interezza, la forma somiglia alla bocca di una donna intenta a dare un bacio.

A FORMA DI GOCCIA
Piccole goccioline formate solo da tre ingredienti: albume d’uovo, zucchero e la nocciola “tonda e gentile” tipica della zona: stiamo parlando dei Nocciolini di Chivasso. Inventati nel XIX secolo dal pasticcere locale Giovanni Podio, hanno ricevuto molti riconoscimenti tra cui la menzione di merito all’Expo di Parigi 1900. Il nome originale era “noisettes”, italianizzato in “noocciolini” in epoca fascista. Come gustarli? Accompagnati da zabaione o caffè sono una vera goduria.
Un altro biscotto ha la particolare forma di goccia: il Torcetto, anticamente “torchietto”, un lungo grissino ripiegato e chiuso all’estremità. Sono numerose le varianti che ha conosciuto questo dolce: nato probabilmente nella Valle di Lanzo, inizialmente si distingueva poco dal vero grissino e veniva usato come termometro da forno: era il primo impasto che veniva infornato e quando arrivava a cottura voleva dire che il forno era abbastanza caldo per cuocere il pane. Oggi sono preparati con acqua, malto, burro, lievito, farina e sale e poi ricoperti di zucchero o miele.

RICETTE PASQUALI
Se però siete più tradizionalisti, ecco due dolci tipici proprio di questa festività.
Le ciambelle di Pasqua di Chieri sono morbide ciambelline ricoperte di zucchero e ciliegie: si fa un impasto di farina, latte, burro, lievito, uova e in po’di liquore, si lascia lievitare, si decora con la granella di zucchero e le ciliegie e si mette in forno a 180°. Sono ottime accompagnate dal classico spumante di Asti.
Infine, se non avete voglia di accendere il forno, la soluzione è il Salame del Papa: è composto principalmente dalle tipiche nocciole del Piemonte e dal cacao, a cui si aggiungono burro, biscotti secchi, Marsala e un uovo; dopo aver creato un impasto dalla forma di un salame, si lascia raffreddare in frigo per 12 ore.
Non vi resta quindi che scegliere, mettervi alla prova in cucina e addolcire questi momenti così amari.

 

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Categorie: Cultura

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