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14 Aprile 2020
#Madeinturin: 5 artisti torinesi da (ri)ascoltare
Una selezione di cantanti e gruppi di periodi e territori musicali diversi con un unico denominatore comune: sono tutte esperienze nate all’ombra della Mole
Aurora Saldi
Torino è da sempre al centro di un grande fermento musicale. Dal jazz all’elettronica, dal rock al punk hardcore, passando per il cantautorato, il capoluogo piemontese negli anni si è distinto per una produzione continua e variegata. Abbiamo raccolto cinque artisti torinesi da ascoltare durante le nostre giornate a casa.
Nebbia, notti agitate, tombini che fumano: le atmosfere di Fred Buscaglione (al secolo Ferdinando Buscaglione, 1921-1960) ci calano in una Torino insolita, che ha più i contorni della Chicago anni ’40. La sua musica, fatta di contrabbassi, trombe ed energici pianoforti, omaggia la crime novel e i suoi stereotipi più celebri: gangster, femme fatale, detective hard-boiled e night club fumosi. Scoprite i suoi dischi per viaggiare indietro nel tempo fino all’età d’oro dello swing e del jazz.
Da ascoltare: Il dritto di Chicago, Criminalmente bella, Che notte.
Gli Statuto (altra band torinese che però ha avuto in passato un rapporto conflittuale con la città) nel 1991 cantavano “Abbiamo un fiume sporco dove non ti puoi bagnare, così quando fa caldo noi gridiamo: qui non c’è il mare!”. Lo sapevano bene anche i Righeira, band new wave/pop nata quasi dieci anni prima, che, inforcati i mitici occhiali da sole, ha sfornato una hit estiva dopo l’altra. Nelle loro canzoni lampeggia una perenne estate dall’estetica e dalle sonorità anni ’80, perfetta se volete rendere il balcone di casa vostra un lido estivo e godervi il sole.
Da ascoltare: Oasi in città, Vamos a la playa, Hey mama.
Tutt’altro clima raccontano i Negazione, band punk hardcore anch’essa figlia degli anni ’80 torinesi, culla di narrazioni e culture musicali diversissime. Il loro album più famoso è Lo spirito continua (1986), che racconta l’impulso vitale nato dalla rabbia sociale verso un sistema politico visto come ingiusto e ipocrita. La florida scena punk cittadina è da sempre legata agli spazi occupati e alle loro analisi politiche, in particolare al centro sociale El Paso di via Passo Buole. Tanti i nomi che negli anni hanno portato nella loro musica la protesta sociale: Blue Vomit, Nerorgasmo, Mirafiori Kidz, Attraverso i loro dischi scoprirete che nella rabbia si può nascondere la spinta energica ad andare avanti.
Da ascoltare: Brucia di vita, Straight & Rebel, Lo spirito continua.
I Perturbazione (che per l’esattezza arrivano da Rivoli) esordiscono negli anni ’90, in un momento particolarmente fecondo per la musica italiana indipendente. Possiamo affiancare il loro nome e il loro stile a quello di alcuni progetti analoghi nati in quegli anni: Marlene Kuntz, Afterhours, Verdena, per nominare i più famosi. In bilico tra pop, rock e cantautorato italiano, la loro musica viaggia spesso su binari riflessivi e malinconici. I loro dischi andranno bene se vi sembra di vivere in un perenne senso di solitudine e nostalgia e avete bisogno di atmosfere delicate per dare spazio alla tristezza.
Da ascoltare: Agosto, Del nostro tempo rubato, I complicati pretesti del come.
Infine, i Subsonica, che non hanno bisogno di grandi presentazioni: figli anche loro del clima di sperimentazione e innovazione che ha caratterizzato la musica italiana negli anni ’90, ben presto sono usciti dai territori indipendenti per avviarsi verso un pubblico più vasto. Oggi sono una delle realtà musicali torinesi più famose. La loro musica spazia dall’elettronica al rock alternativo, con esiti più radicali nei primi album. Nelle loro storie trova voce la Torino della vita notturna che balla lungo il Po fino al mattino, ma anche quella frenetica “fatta di vite, vissute piano sullo sfondo”, come cantano ne Il cielo su Torino. Perfetti se avete voglia di ballare e non vedete l’ora di tornare a girare per la città.
Da ascoltare: Il cielo su Torino, Nuova ossessione, I cerchi degli alberi.