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15 Maggio 2020

Johanna Finocchiaro, la poesia è un ‘Clic’

Una giovane poetessa torinese ci presenta il suo esordio letterario, raccontandoci il suo passato, le sue passioni e l’importanza del Servizio Civile

Fabio Gusella

Ragazza al tavolo con mano che sorregge la testa

Johanna Finocchiaro

Fra qualche settimana è prevista la pubblicazione di Clic, la prima raccolta di poesie di Johanna Finocchiaro, giovane autrice e insegnante di lingue che, nel parlare di se stessa e della sua opera, ha ricordato l’indimenticabile esperienza nel Servizio Civile, fondamentale per il suo percorso di crescita.

UN LIBRO IN DIVENIRE
«Il libro non è ancora nato, ma è sempre stato lì», dice Johanna e, nonostante la data di pubblicazione sia ormai dietro l’angolo, ci spiega la sua difficoltà nel considerarlo un progetto chiuso e finito: «È impossibile confinare la poesia in un oggetto che abbia un inizio e una fine». Clic è un processo in divenire, un flusso che ha accompagnato a lungo la sua autrice: «È maturato nel corso di tutta la mia vita – racconta – dalle ispirazioni spontanee e imprevedibili alle esperienze che hanno plasmato e piegato i miei pensieri».
La raccolta avrebbe dovuto andare in stampa a maggio, ma a causa dell’emergenza in corso la pubblicazione slitterà di qualche settimana, ma «uscirà sicuramente entro l’estate» assicura l’autrice. Lo si potrà trovare sul sito della casa editrice L’Erudita, sui principali siti di vendita editoriale, nelle librerie che ne faranno richiesta e alle presentazioni pubbliche in programma. Nel frattempo Johanna lancia un invito: «Per tenerci aggiornati, seguite la mia pagina Facebook!».

RITRATTO DI UNA POETESSA
Nata a Torino in una famiglia di origini siciliane, oggi Johanna ha 29 anni, ma con un sorriso sostiene di non dimostrarli affatto: «Sono troppo vivace, sensibile, sognatrice e insofferente per adeguarmi all’età adulta». Oltre alla poesia, la lingua dell’anima, ad appassionarla sono le lingue straniere, dato che ne studia e insegna cinque: «Amo pensarle come ponti tra esseri umani, soprattutto dove il terreno è più fragile».
Tuttavia le passioni non finiscono qui: «Sono un’eterna curiosa – ammette – amo leggere, viaggiare, parlare, la musica e l’arte». Quella per la scrittura, però, non è una passione come le altre: «È un mio naturale e impellente bisogno, il mio indiscusso “padrone”».
Obbedendo a questa sete inesauribile, negli anni Johanna ha ottenuto diversi riconoscimenti per la sua attività poetica, ha partecipato a una raccolta lirica corale e ha recentemente pubblicato una silloge poetica in formato e-book.

IL SERVIZIO CIVILE PER CRESCERE
Una delle esperienze più significative per Johanna è sicuramente il Servizio Civile svolto presso la biblioteca di Vinovo: «Un periodo – ci racconta – che ha schiuso con forza una porta che avevo accostato, ma non del tutto. Anzi, direi che l’ha proprio spalancata!».
Una parentesi di vita che la poetessa consiglia vivamente: «Aver respirato cultura ha riaperto in me il desiderio di condividere, conversare, rischiare, provare. Sento di essere cresciuta, di aver sviluppato un mio colore, una personalità più nitida e forte. Inoltre, grazie al Servizio Civile, ho incontrato anche l’amore!».

LA POESIA: IL VIAGGIO PIÙ AUTENTICO
«È quello che mi viene meglio. È la libertà di far fluire tutto, bene e male, luce e ombra, senza dover inscatolare o spiegare», così Johanna descrive la poesia, e aggiunge: «È uno spazio franco in cui si incontrano tutti i colori del mondo, una terra in cui non è richiesto di restare né di andare. La poesia è il viaggio più autentico». Un suggerimento a chi legge: «Il lettore deve guardare, sentire più che capire quello che gli arriva, che forse è qualcosa di completamente diverso dall’intenzione di partenza dell’autore».

CONTRO LA VIOLENZA
La poesia è libertà, libera espressione contro ogni oppressione. “Con le mani prendo e batto, / batto il tempo; / con i denti mordo e sbatto, / sbatto contro”: con questi versi amari comincia Stop, una delle poesie più toccanti della raccolta, in cui l’autrice si sofferma sul tema della violenza. «L’argomento mi sta molto a cuore – spiega – e vorrei sensibilizzare i giovani, soprattutto loro, al rispetto dei più vulnerabili, degli svantaggiati. Non che il genere femminile lo sia per definizione, anzi, ma il tessuto e l’educazione sociale, specialmente in alcuni ambienti, possono concordare inconsciamente nel trattare la donna come tale».

UN CONSIGLIO
Infine, ai più giovani dedica un suggerimento: «Leggere, lasciarsi ispirare dalle parole, lavorare su noi stessi per conoscerci, capire cosa amiamo e non perdere mai di vista l’obiettivo di raggiungere quella passione. Essere fedeli a se stessi e accettare anche i momenti “no”. Tutto serve!».

 

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Commenti (1)

  1. Johanna ha detto:

    Grazie a Fabio e alla redazione tutta; l’articolo è splendido e mi rispecchia. Le molte citazioni lo rendono davvero personale ed intimo.
    Un forte abbraccio, buon lavoro ed in bocca al lupo!
    (si risponde “Viva il lupo!”, mi raccomando) 😉

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