Home » Tecnologie » Cosa ci porteremo dietro dalla quarantena

11 Giugno 2020

Cosa ci porteremo dietro dalla quarantena

Abbiamo passato un periodo difficile, ma è stato tutto negativo? Dal tempo per noi stessi alla cultura online, alcune riflessioni sulle attività da non interrompere

Adriana Scatolone

Collage logo Salone Libro e immagini di balcone fiorito, pizza e computer

I lasciti della quarantena: cultura e istruzione online, cucina e hobby

Nei mesi di lockdown abbiamo dovuto vivere un’esperienza completamente nuova che ci ha messo a dura prova in quanto, oltre ai momenti di paura per il propagarsi del virus, ci siamo visti stravolgere la nostra routine da un giorno all’altro. Oggi però, almeno per il momento, la situazione è migliorata e possiamo chiederci cosa di questo periodo così difficile possa essere salvato o di spunto per lanciare nuove sfide per il futuro.

In primis, il periodo di permanenza a casa è servito per prenderci maggiormente cura di noi stessi. Abituati a una vita frenetica, con un’agenda piena di impegni e di scadenze, siamo stati costretti a fermarci e, di conseguenza, per molti di noi le ore si sono allungate e il tempo si è dilatato. Così ci siamo potuti dedicare a hobby che avevamo abbandonato e abbiamo cercato di tenerci impegnati con nuove attività.
Sui social erano moltissime ad esempio le foto di balconi fioriti e piatti fatti in casa. La cucina è stata infatti una grande valvola di sfogo per molti di noi: finalmente abbiamo potuto sostituire un pranzo frugale e frettoloso tipico di una giornata di lavoro o di studio con qualche ricetta che ci facesse magari sentire più vicini alle nostre tradizioni. Inoltre, chi ha passato la quarantena in famiglia ha riscoperto momenti di condivisione che spesso vengono trascurati e anche attraverso la tecnologia si sono riallacciati rapporti a distanza con amici e parenti che non si sentivano da diverso tempo.

La sfera pubblica e culturale ha dato una risposta innovativa al blocco di tutte le attività. Molti eventi torinesi sono stati trasferiti online e i contenuti video e le dirette social hanno avuto un largo seguito, dimostrando che il format potrebbe essere riproposto anche in condizioni di normalità. Certo, non si può ricreare da remoto l’incredibile atmosfera delle fiaccole in piazza Arbarello alla vigilia del 25 Aprile, ma la registrazione di letture e interviste caricate online permette sicuramente di ascoltare più interventi di quelli a cui si può assistere in presenza.
Lo stesso si può dire del Salone del Libro. Ci è sicuramente mancato girare tra gli stand, incontrare di persona i nostri autori preferiti e perderci tra le migliaia di volumi; tuttavia, se anche nei prossimi anni venissero registrate le numerose conferenze, si potrebbero risparmiare code di ore che spesso non garantiscono l’accesso alle sale e si eviterebbe di perdere un incontro che coincide con l’orario di un firmacopie a cui vogliamo partecipare.

Infine, la convivenza tra realtà in presenza e online sarà una sfida per il futuro del mondo dell’istruzione. Questi sono stati i mesi della didattica a distanza, che se da un lato ha permesso di portare a compimento l’anno scolastico e quello accademico, dall’altro ha messo in evidenza come l’Italia sia ancora indietro sul piano della digitalizzazione. L’emergenza sanitaria ha permesso dunque in molti casi di dotare le famiglie bisognose di dispositivi per collegarsi a internet e di far comprendere quanto al giorno d’oggi sia importante investire in tecnologia e nella relativa formazione per studenti e docenti.
Ovviamente la didattica a distanza non può sostituire quella in presenza: è stato anzi sottolineato come sia fondamentale l’elemento della socialità della scuola, come i rapporti umani e il confronto diretto siano irrinunciabili e come fare lezione davanti a uno schermo amplifichi ancora di più le differenze tra gli studenti. Ma pensare all’insegnamento online come parallelo e aggiuntivo a quello in presenza è un’importante sfida per il futuro: poter riascoltare le lezioni è utile per esempio a molti ragazzi che hanno disturbi dell’apprendimento e, nel mondo universitario, agli studenti lavoratori che non possono frequentare i corsi.
Le opportunità offerte dal web sono numerosissime e considerando che gli studenti di oggi e di domani sono tutti nativi digitali della cosiddetta Generazione Zeta (i nati tra la seconda metà degli anni ’90 e la fine degli anni 2000), ripensare a una didattica in cui la tecnologia sia di supporto può portare un valore aggiunto.

 

Tag: , , , ,

Categorie: Tecnologie

Lascia un commento