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15 Giugno 2020
Il difficile (ma indispensabile) lavoro di climatologo
Un’altra professione illustrata da una pagina web a cura di InformaGiovani: cosa fa e come si diventa uno studioso del tempo atmosferico sul lungo periodo
Silvia Bruno
Quindici gradi a giugno, temporali che diventano tempeste tropicali, inverni miti e senza neve. Ormai non usciamo più di casa senza prima guardare le app meteo, ma più che delle prossime 24-48 ore dovremmo preoccuparci degli anni a venire e di come si stanno modificando le stagioni, ascoltando magari gli allarmi degli studiosi che si occupano di questi fenomeni: i climatologi.
Si parla poco della loro professione, fondamentale per capire l’epoca che stiamo vivendo e il sempre maggiore impatto che i cambiamenti climatici avranno sul territorio. Su Torinogiovani una pagina curata da InformaGiovani illustra il lavoro e la formazione del climatologo.
Innanzitutto che cosa studia, nel dettaglio, questo scienziato? Il suo ambito di indagine riguarda l’evoluzione del clima a livello locale e globale, attraverso l’analisi dei fenomeni meteorologici relativi alla crosta terrestre, agli oceani e all’aria. In questo modo, grazie a calcoli matematici e simulazioni, può fare previsioni sulle tendenze del clima futuro oppure ricostruire quello del passato.
Il climatologo – professione che al momento non ha un riconoscimento giuridico, né albi ufficiali – trova occupazione in enti di ricerca o università e la sua figura è molto importante per la consulenza che può dare a istituzioni e governi circa l’attuazione di politiche ambientali e industriali correlate alla sua area di studi.
Si tratta quindi di un lavoro anche delicato, che richiede approfondite competenze specifiche ma allo stesso tempo varie, legate ad altri ambiti scientifici come la chimica, la geologia o l’astrofisica.
Nel nostro paese l’offerta formativa in questo senso è piuttosto varia, tuttavia presso il corso di laurea magistrale in Scienze Ambientali dell’Università di Pisa è attivato l’unico Curriculum Climatologico presente in Italia con insegnamenti riguardanti, fra gli altri, la fisica e la chimica dell’atmosfera o la bioclimatologia umana. Oppure si può scegliere un percorso accademico che garantisca una buona preparazione nelle materie scientifiche richieste: ad esempio l’Università di Torino ha corsi di Climatologia nella laurea in Scienze naturali e nella magistrale in Geografia e Scienze Territoriali.
Se avete altre curiosità su questo ambito di studi potete fare riferimento a realtà come l’Associazione Italiana di Scienze dell’atmosfera e meteorologia e la Società Meteorologica Italiana.
Il climatologo è una delle figure che sanno come interpretare i cambiamenti naturali di lungo periodo in corso sulla Terra. Terra che, non bisogna dimenticarlo, è l’unico pianeta che abbiamo.