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2 Luglio 2020

Più consapevolezza a tavola dopo il Covid

Il lockdown ha permesso a molti italiani di essere creativi ma anche attenti in cucina: meno sprechi e maggiore qualità, ma bisogna mantenere le buone abitudini

Valeria Guardo

Frutta e verdura al supermercato

Il lockdown ha portato meno sprechi alimentari

La cucina è un elemento fondante della cultura italiana e, generalmente, a tutti piace la buona tavola. Sarà per questo motivo che in molti durante la quarantena si sono scoperti (o riscoperti) cuochi. La grande quantità di tempo a disposizione da passare dentro alle mura di casa ha spinto tanti a mettersi alla prova davanti ai fornelli e, di conseguenza, ad acquistare maggiori quantità di generi alimentari rispetto al solito.
Non solo: è aumentata anche l’attenzione agli sprechi e alla qualità dei prodotti acquistati.

Secondo il report dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market per il 2020 siamo di fronte a dati nuovi: dall’inizio della pandemia, il 66% degli italiani ritiene ci sia una connessione fra spreco alimentare e salute dell’ambiente e dell’uomo e, al momento di fare la spesa, l’attenzione agli aspetti specifici dell’impatto del cibo è diventata determinante per un italiano su tre, il 36%.
Un’indagine dello stesso Osservatorio, condotta su un campione di 1.200 persone, ha evidenziato che l’acquisto è diviso equamente fra cibi freschi e confezionati e rispetto al 2019 lo spreco sarebbe diminuito del 25%, con circa 430 grammi a settimana gettati nella pattumiera.
Per quanto riguarda l’attenzione alla cucina, nelle settimane di lockdown 7 italiani su 10 hanno dichiarato di essersi cimentati ai fornelli con maggiore frequenza rispetto al periodo pre-Covid, mentre sarebbe stato scarso il ricorso al food delivery: quasi un italiano su due (48%) ha detto di non averlo utilizzato, mentre chi si diceva più propenso a farsi recapitare a casa piatti pronti lo faceva in maniera molto saltuaria.

Parlando ancora di spreco alimentare, consideriamo anche l’aspetto economico: si stima che la perdita in denaro durante le fasi 1 e 2 dell’epidemia dovuta agli sprechi sia stata di 4,9 € alla settimana contro i 6,6 € del 2019. Questo dato ci indica che è stato risparmiato 1 miliardo e mezzo di euro in rifiuti nel periodo di emergenza sanitaria.

Anche se si sta tornando gradualmente a una certa normalità e i ritmi potrebbero tornare incalzanti come prima della pandemia, mantenere un regime alimentare sano è possibile e potrebbe farci risparmiare varie decine di euro in spesa al mese.
Un metodo per non buttare nulla e spendere poco consiste nel dividere la spesa in due parti: una mensile e una settimanale. I prodotti a “lunga conservazione” come legumi, pasta, riso, biscotti, salse, caffè, olio e affini si comprano una volta al mese, facendo delle buone scorte e tenendo conto del consumo di ogni bene. Si può riservare invece la spesa settimanale per quegli alimenti maggiormente deperibili come frutta, verdura, pane e carne. È preferibile inoltre consumare cibi freschi di stagione, non solo per una dieta sana ma anche per ridurre gli sprechi e il costo della spesa.
In questo modo si spenderanno circa 70 € di spesa mensile, a cui dobbiamo sommare 20-30 € a settimana, per un totale intorno ai 190 € al mese per due persone. Il calcolo è da considerarsi indicativo, in quanto i prezzi dei generi alimentari possono variare in base a molti criteri (marca, acquisto in supermercato o negozio, ecc.) e non tiene conto di cibi precotti o surgelati proprio perché è un tipo di spesa salutare oltre che economica.
Sarebbe quindi un peccato perdere le buone abitudini acquisite con tanti sacrifici.

 

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Categorie: Economia

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