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2 Settembre 2020

100 esperte per un’Italia più al femminile

Un progetto che nasce nell’area Stem a supporto di una maggiore partecipazione delle donne nei settori chiavi dello sviluppo del Paese

Valeria Guardo

Primi piani di donne virate in rosa - 100 esperte

Alcune delle 100 esperte

Secondo il Global Media Monitoring Project 2015, l’Italia mostra carenze preoccupanti per quanto riguarda le pari opportunità in diversi ambiti. Per quanto riguarda il lavoro, per esempio, il gender-gap italiano è ben evidente: i dati Eurostat dicono che il tasso di occupazione femminile nel Belpaese è del 50,3%, contro una media europea del 63,5%.
Inoltre, la componente femminile della popolazione risulta sotto-rappresentata dal punto di vista mediatico, tanto che raramente alla donna viene riconosciuto un ruolo di professionista ed esperta di settore, motivo per il quale si registra solo il 18% di interventi femminili su questioni di rilievo in talk e programmi di informazione.

Di questo e di altre tematiche di interesse sociale, politico ed economico si occupa l’Osservatorio di Pavia che, di concerto con l’associazione Gi.U.Li.A. (Giornaliste Unite Libere Autonome) e la Fondazione Bracco, ha lanciato il sito www.100esperte.it, una banca dati online che riporta i nomi e i curricula di professioniste della cosiddetta area Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics).
Il portale è stato creato nel 2016 a supporto di donne qualificate nei settori legati all’innovazione scientifica e tecnologica, ritenuti strategici per lo sviluppo socio-economico del Paese e che vede una presenza femminile ancora molto esigua. Nel 2018 ad esempio si sono laureate in discipline Stem 28.304 ragazze, a fronte di 43.825 ragazzi; la differenza di numeri è evidente, tuttavia bisogna tenere in conto che la situazione è migliorata negli ultimi 15 anni: nel 2004, infatti, si laurearono in questo ambito solo 3.398 donne.

Secondo l’Ocse, inoltre, nei paesi membri dell’organizzazione le donne guadagnano in media il 15% in meno della controparte maschile, lavorano più ore, sono maggiormente vittime di abusi e violenze sul posto di lavoro e detengono solo il 27% delle posizioni manageriali.
Il Goal 5 dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile si propone di dimezzare il divario tra donne e uomini in ambito lavorativo entro il 2025, a favore non solo dell’inclusività ma anche dell’economia: così facendo, il Pil dei vari paesi Ocse crescerebbe del 2,5 %.

Valorizzare il lavoro e le competenze delle esperte è, dunque, fondamentale in questo momento per assicurare un futuro più democratico, inclusivo e “ricco” per tutti. A sottolinearlo sono le stesse esperte in una playlist YouTube creata dal sito, che raccoglie in brevi video da 2 minuti gli “sguardi sul domani” delle professioniste. Tra questi, il pensiero di una torinese, Paola Bonfante, professoressa ordinaria di Biologia vegetale e responsabile del laboratorio Plant Microbe Interactions dell’Università degli Studi di Torino.

Il progetto 100 esperte, ideato per crescere e arricchirsi nel tempo, dalla sua creazione ha incrementato il numero di donne presenti includendo i settori di economia finanza e politica internazionale ed è presente su Facebook e Twitter.

 

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Categorie: Lavoro

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