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12 Ottobre 2020

Che cos’è il gemellaggio tra città?

Scopriamo di più su questo tipo di accordo e di quali municipi è partner la nostra Torino, da Chambéry a Salt Lake City

Adriana Scatolone

Grafica con stretta di mano e disegni di città - gemellaggi

Torino è gemellata con 15 città del mondo

Pensate a quando viaggiate in macchina e varcate il confine di un nuovo comune: nel momento in cui vi imbattete nel cartello bianco che ne riporta il nome, sicuramente fate anche caso alla scritta “Gemellata con…”, seguita da un elenco di municipi di tutto il mondo. Ma che cosa vuol dire stipulare un gemellaggio con un’altra città?

In Europa questo legame simbolico è nato negli anni ’50, quando nacque la consapevolezza della necessità di cooperazione fra i vari Paesi. Lo scopo è collegare città di Stati diversi al fine di collaborare in particolari settori, soprattutto quello economico e culturale, stabilendo un rapporto duraturo nel tempo. Col passare degli anni, questi accordi sono stati stretti non più solo tra municipi europei, ma di tutto il mondo.

La peculiarità è che a essere legate in un rapporto privilegiato non sono solo le istituzioni, ma direttamente le comunità di cittadini. Si tratta quindi di un ottimo esempio di cittadinanza attiva perché sono le persone stesse che maturano rapporti con abitanti e realtà di altri stati, garantendo uno scambio di conoscenze e di valori che facilita l’inclusione culturale e l’allargamento dei propri orizzonti.
Concretamente, tutto ciò si traduce in viaggi-scambio agevolati per giovani o associazioni, oppure organizzazione condivisa di eventi culturali o sportivi. Ma non solo: se si ragiona su larga scala si può adottare un confronto sul modo di adottare azioni riguardanti tematiche comuni, come quelle della sostenibilità, dei giovani e del welfare.

Esiste un criterio per stabilire con quale città gemellarsi? Solitamente si sceglie un partner che sia simile per densità di popolazione o che abbia qualche affinità storica o culturale, come per esempio il fatto di aver ospitato uno stesso evento. Prima di tutto bisogna conoscersi e confrontarsi in modo da capire le differenze di tradizioni, costumi e religione e superare tutte le possibili diffidenze. A questo punto il rapporto può svilupparsi in diversi modi, rimanendo informale e teorico oppure concretizzarsi in progetti comuni.

Per quel che riguarda Torino, la nostra città conta ben 15 gemellaggi ufficiali, europei e extraeuropei.
Il primo è stato stipulato nel 1957 con Chambéry (Francia), ma negli anni successivi e fino al 2006 sono stati stretti accordi con comuni sparsi per il mondo, tra cui Brasile, Argentina, Cina, Giappone, Stati Uniti e Israele.
Le motivazioni sono le più svariate. Per esempio Nagoya, città nipponica, condivide con Torino il primato nell’industria automobilistica: il gemellaggio ha favorito lo scambio tra università, favorendo la mobilità degli studenti. Con Gaza l’accordo è stato stretto per promuovere interventi a favore della pace. Rigoberta Menchù Tum, cittadina onoraria di Torino e Premio Nobel per la Pace 1992, è stata la promotrice del legame con la città di Quetzaltenango, in Guatemala. Infine, l’ultima città diventata nostra “sorella” è la statunitense Salt Lake City che ha ospitato i Giochi Olimpici invernali come Torino.

 

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Categorie: Intercultura

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