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14 Ottobre 2020

Il cielo sopra Torino: alla scoperta di Infini.to

Il museo interattivo dedicato all’astronomia e allo spazio ospita un planetario digitale e organizza diverse iniziative di divulgazione scientifica e culturale

Gabriele Costa

Platea di spettatori davanti a grande schermo - Spettacolo a Infini.to, il Planetario di Torino

Uno spettacolo a Infini.to

E quindi uscimmo a riveder le stelle, scriveva Dante. Ora come non mai, guardare il cielo può farci sentire liberi dalle incertezze legate all’attuale situazione sanitaria.
In questo senso a Torino possiamo fare riferimento a Infini.to, nato diversi anni fa dalla volontà di trasformare la mostra interattiva Experimenta in un progetto strutturato sul territorio: un museo interattivo dedicato all’astronomia e allo spazio che dal 2007 ospita eventi a tema scientifico e attività didattiche.
Per saperne di più abbiamo intervistato Simona Rachetto, addetta stampa e comunicazione di Infini.to.

Che cos’è Infini.to?
«Infini.to è un centro di divulgazione che permette di conoscere e sperimentare la scienza astronomica attraverso un museo interattivo distribuito su tre piani in cui si affrontano diversi argomenti, dall’astronomia antica alla cosmologia moderna, fino ad arrivare al cuore pulsante di Digi.TO: il planetario digitale, che permette di immergersi in un cielo stellato. Si possono fare viaggi fino ai confini dell’universo per vedere tutte le galassie oggi conosciute, atterrare sui pianeti, girare intorno alle orbite spaziali come gli astronauti, esplorare mondi lontani… Lo spettatore può visitare liberamente il museo attraverso dei pannelli che spiegano la parte astronomica e scientifica. Apparentemente si parla di cose lontane come buchi neri e galassie, però alla fine anche noi sulla Terra facciamo parte dell’universo: la tecnologia che usiamo fuori dal nostro pianeta ha delle ricadute sulla vita quotidiana».

Il punto di forza di Infini.to è quindi la sua interattività.
«Si, i planetaristi che lavorano con noi realizzano gli spettacoli a partire dallo storyboard che lo spettatore può vedere grazie a modelli 3d che vengono inseriti nel software. Il nostro è un planetario interattivo: più della metà delle rappresentazioni che proponiamo sono raccontati dal vivo da un esperto e possono essere modificati in tempo reale in base al nostro racconto e alle domande o osservazioni del pubblico. Si può dire che sono gli spettatori a creare l’ultima parte dei nostri spettacoli».

Proponete altre iniziative oltre a quelle puramente scientifiche?
«La creatività ci permette di mischiare tutto quello che non è scienza con la scienza. Abbiamo spesso ospitato musicisti che suonano dal vivo, con il nostro planetarista che accompagna la musica con immagini del planetario, il tutto nasce dall’improvvisazione. Abbiamo anche avuto spettacoli teatrali che abbinano il copione alla tecnologia del planetario».

Siete stati sempre molto attivi anche nel campo della didattica.
«Per noi didattica vuol dire coprire la fascia dagli ultimi anni del nido fino alla terza età. Rimane l’attività all’interno del museo e qualche classe aderisce, oppure andiamo noi a fare didattica in presenza nelle scuole, integrata con interventi a distanza. Quest’anno abbiamo creato un percorso di membership per gli istituti, con cui è possibile usufruire di un pacchetto che accompagna il docente dall’inizio dell’anno scolastico con attività strutturate».

Quali saranno le vostre prossime iniziative?
«In questo periodo abbiamo portato avanti gli Astro Talk, conferenze dove chi parla può usare le immagini del planetario per raccontare la sua ricerca. Abbiamo ospitato i ricercatori dell’Osservatorio astrofisico, dell’Università di Torino, dell’Istituto di Fisica Nucleare e questo mese un egittologo del Museo Egizio. Nel ponte dell’8 dicembre inaugureremo Dynamic Earth, uno spettacolo che racconta come funziona il nostro pianeta e come interagisce con l’universo. Vogliamo sensibilizzare sull’argomento Terra e clima, che nella prossima stagione approfondiremo ulteriormente».

Quali misure avete adottato in questo periodo particolare?
«Ci siamo adeguati alle regole, ma il pubblico è ridotto. Il nostro planetario normalmente ha 200 posti e adesso possono accedere solo 85 persone. Abbiamo cercato di aprire il più possibile nei giorni di maggiore afflusso, il sabato e la domenica, con biglietti acquistabili online tramite prevendita. La risposta è stata molto positiva e questo ci fa molto piacere, ci fa andare avanti nonostante il museo resti un po’ più vuoto. Ora con il nuovo decreto vedremo come muoverci».

 

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Categorie: Tecnologie

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