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3 Novembre 2020

Cinque dischi perfetti per l’autunno

Dai Baustelle a Nick Cave, alcuni suggerimenti musicali ideali in questa stagione, fra suoni rock e atmosfere folk

Aurora Saldi

Foglie dal verde al rosso con note musicali sopra - autunno

Ci sono dischi perfetti per l’autunno

Si sa: dopo l’estate arriva un periodo dell’anno che mette un po’ di malinconia. Le foglie si colorano e poi cadono, le giornate di sole si fanno più rare, le temperature si abbassano insieme al buonumore di molti (senza parlare della pandemia).
Lo sanno bene gli artisti dei cinque album che vi consigliamo di seguito: ascolti per godersi al meglio l’atmosfera autunnale e assecondare le profonde riflessioni sulla vita che questa stagione ci suggerisce.

TIMBER TIMBRE (2010) – TIMBER TIMBRE
Si tratta del terzo album dell’omonima band canadese. Rappresenta un punto di svolta nella loro carriera, essendo il primo disco non prodotto in modo indipendente (a differenza dei primi due, Cedar Shakes e Medicinals, entrambi autopubblicati) che punta a un pubblico più allargato.
La base sonora dell’album è vicina al folk, ma Timber Timbre è indubbiamente più maturo e innovativo. Alcune tracce, come Demon host e Lay down in the tall grass, sono più classiche, anche se rielaborano le sonorità tipiche del genere in modo molto originale. Altre, come Magic Arrow (indiscusso capolavoro dell’album, che tra l’altro compare in diversi film e serie tv) e Trouble comes knocking sono invece caratterizzate da un ritmo inquietante e testi enigmatici che hanno il fascino delle ballate popolari, piene di elementi simbolici e formule ripetute.

FANTASMA (2013) – BAUSTELLE
È il sesto disco dei Baustelle, il gruppo toscano che, con il suo rock venato di sonorità vintage, domina la scena  indipendente italiana da ormai quasi venticinque anni. «Il titolo sintetizza la nostra idea di tempo: è il passato che appare nel presente. Ma oggi anche il futuro è un fantasma – ha dichiarato uno dei membri della band, Francesco Bianconi – non ha contorni definiti che avrebbe avuto 25 anni fa. […] Ma il solo fantasma di cui avere paura è dentro di noi».
Il tema centrale è quindi il tempo, raccontato con suoni orchestrali e un po’ retrò. Delle 19 tracce totali di questo lungo e poetico album, 6 sono strumentali. Tra le canzoni migliori ci sono sicuramente la canzone d’amore Nessuno, lo struggente inno alla vita Il futuro e il pezzo dedicato al Cimitero Monumentale di Milano, intitolato appunto Monumentale.

FIELD OF REEDS (2013) – THESE NEW PURITANS
Questo delicato album della band inglese These New Puritans è un vero e proprio capolavoro dell’art rock, un genere musicale che contamina il rock con sonorità classiche (archi, ottoni…) e jazz e si avvicina molto al progressive rock. I testi sono ermetici e ricchi di simbolismi e si accompagnano a un ritmo orchestrale ma essenziale, dando vita a un disco elegante e ipnotico.
Il capolavoro del disco è V (Island Song) ma sono imperdibili anche i suoni circolari di Organ Eternal, o i cori di The light in your name e Spiral, che trasportano in un mondo misterioso e malinconico.

SKELETON TREE (2016) – NICK CAVE AND THE BAD SEEDS
Il sedicesimo album della band australiana fondata da Nick Cave è stato accompagnato dall’uscita nelle sale cinematografiche del documentario One more time with feeling, che ne racconta la realizzazione. Durante la composizione del disco il musicista perse il figlio quindicenne Arthur in un incidente: Skleton Tree è quindi pervaso dai temi della perdita e della morte e i testi rappresentano una sorta di liturgia laica, con cui Cave si congeda dal ragazzo.
L’album trasporta in una dimensione ultraterrena, stellare: sospesa e drammatica in pezzi come Girl in amber, Magneto, I need you, più consolatoria in Distant sky, Rings of Saturn e nella traccia che dà il nome al disco, Skeleton tree.

ABYSSKISS (2018) – ADRIANNE LENKER
Nel terzo album da solista della cantante statunitense Adrianne Lenker, già voce e chitarra dei Big Thief le sonorità folk tipiche della sua discografia sono ridotte all’essenziale e accompagnate dalla sua voce angelica.
Si tratta di un lavoro solitario e crepuscolare in cui Lenker accosta suoni evanescenti (spesso ripetitivi, come in From) a riflessioni sul tema della morte (come nella traccia che apre l’album, Terminal paradise), della nascita, dell’amore (come in Symbol e What can you say), del dolore. Abysskiss è un album introspettivo, ma venato di tenerezza e sensibilità.

 

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Categorie: Musica

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