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5 Novembre 2020
Scheletri, il thriller a fumetti di Zerocalcare
Il disegnatore romano torna in libreria con un nuovo graphic novel in cui affronta i propri demoni, una storia di periferia volata in testa alle classifiche di vendita
Vincenza Di Lecce
Zerocalcare ha tirato fuori gli Scheletri dall’armadio. Lo ha fatto a modo suo, attraverso un thriller atipico con questo titolo che mette a nudo i demoni con cui ognuno di noi è costretto a convivere. Non una storia di zombi e fantasmi, ma un racconto di periferia sui fallimenti e i sogni di una generazione intera che i mostri, se mai, li ha dentro di sé.
Pubblicato il 15 ottobre da Bao Publishing, il graphic novel del fumettista romano ha raggiunto la vetta della classifica dei libri più venduti dopo solo una settimana dalla sua uscita in libreria.
LA STORIA
Con un dito mozzato e una bugia impegnativa. Così Zerocalcare comincia a raccontarsi e a dar voce al suo io diciottenne, al centro del fumetto. L’alter ego dell’autore è un ragazzo che ogni mattina, invece di andare all’università, passa il suo tempo nella metro B di Roma. La capitale – anzi, Rebibbia, il quartiere a cui l’autore è particolarmente legato – è l’ambientazione di tutta la narrazione, il luogo che, con le sue particolarità e le sue contraddizioni, fa da sfondo a personaggi ormai cari ai lettori affezionati e che i nuovi cominceranno invece a conoscere.
È sulla metro che il protagonista incontra Arloc, un ragazzo più giovane di lui che irrompe nella sua monotonia e lo costringe a una sorta di esplorazione interiore, a uscire dalla tana in cui era abituato a rifugiarsi.
UN FUMETTO “PIU’ EFFERATO DEL SOLITO”…
Scene pulp, di droga e di sangue sono le novità di questo nuovo fumetto, che lo stesso autore definisce “più efferato del solito”. Un racconto in cui la finzione si mischia all’autobiografia, all’esperienza personale dell’autore, in cui rientra però anche il ritrovamento del dito mozzato.
Una riflessione che si seria, più profonda e intima, senza mai perdere di vista l’ironia, e soprattutto l’autoironia, che da sempre contraddistinguono la personalità del fumettista romano. Persino questa volta, in cui crescere vuol dire anche soffrire.
…E UN AUTORE IMPEGNATO
Il vero nome di Zerocalcare, 36 anni, è Michele Rech. La sua arte comincia 11 libri pubblicati fa e arriva fino al cartoon realizzato durante il lockdown dello scorso marzo. Rebibbia Quarantine è stata una serie di episodi animati – andati in onda anche nel programma televisivo Propaganda Live – in cui il fumettista ha raccontato le diverse sfumature di carattere sociale, individuale e politico del periodo di isolamento.
La sua partecipazione alle questioni di rilievo dell’attualità si è sempre fatta attiva: per lui il fumetto è un modo di esprimere (anche) il suo pensiero, in un impegno politico e sociale diretto che stride con l’ignoranza e l’indifferenza alle quali il mondo si sta lentamente abituando.
È ora quindi di tirare fuori gli scheletri dagli armadi e affrontarli, una volta per tutte. Certo, con la giusta dose di leggerezza.