Home » Cultura » Per un’informazione giovane “mettiti Scomodo”

19 Novembre 2020

Per un’informazione giovane “mettiti Scomodo”

Nato dall’idea di due studenti romani, è il progetto editoriale under25 più grande d’Italia, con una redazione anche a Torino

Valeria Guardo

Giovani ripresi dall'alto con rivista in mano - Scomodo

Scomodo è la redazione under 25 più grande d’Italia

Con 73.000 persone coinvolte, più di 1.100 articoli scritti e oltre 200.000 copie stampate, Scomodo è a oggi una realtà riconosciuta e premiata non solo a livello nazionale. Parliamo di un mensile cartaceo distribuito gratuitamente a Roma, Milano e Torino nelle scuole, nelle facoltà e nelle librerie indipendenti aderenti abbonate.
Si tratta di fatto del progetto editoriale under 25 più grande d’Italia, tuttavia relegarlo esclusivamente all’ambito giornalistico sarebbe un errore: è molto di più. Incanalando le idee e il fermento di un’intera generazione, Scomodo punta a costruire un nuovo modello culturale basato su un tipo di informazione lenta e approfondita, prediligendo il formato cartaceo e incentivando la creatività e la partecipazione.

Nato quattro anni fa dall’idea di Edoardo Bucci e Tommaso Salaroli, due giovanissimi studenti di Roma, il giornale ha qui la sua sede principale, allestita nell’enorme sotterraneo di Spin Time Labs, una palazzina di periferia per lungo tempo abbandonata e successivamente occupata per dare una casa a oltre un centinaio di nuclei famigliari. «Non è stata una scelta casuale, ci sono voluti 4 anni per decidere» ci rivela Marta Bernardi, responsabile editoriale per la sede torinese del giornale, facendoci intendere quanto ciò rifletta il modus operandi del progetto in sé: l’idea di riappropriarsi di spazi rimasti vuoti e all’incuria, e da lì costruire qualcosa di nuovo, più bello e funzionale.
Attualmente Scomodo conta altre due redazioni a Milano e Torino, che sono anche centri di distribuzione della rivista; la nostra città è stata scelta poiché qui si trovava già un ampio gruppo di lettori e potenziali attivisti.

Vista la situazione sanitaria, chiediamo a Marta come abbiano deciso di affrontare questa nuova ondata, dal punto di vista logistico: «Con la chiusura degli atenei, a ottobre abbiamo iniziato a distribuire le copie anche alle librerie non abbonate al progetto e lo faremo anche con centri culturali quali Comala e Cap10100, non appena sarà possibile accedervi. Inoltre – aggiunge – chi risiede in città può contattarci e noi gli facciamo arrivare una copia a casa grazie all’aiuto di volontari».

Una domanda, a questo punto, sorge spontanea: solo chi abita a Roma, Milano e Torino può leggere Scomodo? «Per chi abita fuori è possibile abbonarsi alla rivista e farsela recapitare a casa. Al momento non prevediamo una vera e propria distribuzione mirata a Sud – ci spiega Marta – per mere questioni di budget, ma abbiamo sostenitori tra i fuori sede che parlano di noi alle proprie famiglie di origine, le quali si fanno recapitare a casa la rivista. Inoltre, a Bologna e Napoli stanno nascendo altre due redazioni».

Parlando del gruppo torinese, Marta ci dice che non esiste ancora una sede. Diversamente da quanto successo a Roma, però, c’è la volontà di cercarne una a partire da progetti patrocinati dal Comune di Torino e grazie all’intermediazione di Labsus, laboratorio per la sussidiarietà.

Infine le rivolgiamo un’ultima domanda che è, in realtà, una curiosità legata a un nome importante che ha contribuito alla realizzazione della sede romana, quello dell’architetto Renzo Piano: com’è nata la collaborazione con lui? «Piano ha uno studio a Roma, il G126, formato da giovani architetti che hanno visto nel progetto Scomodo un potenziale. La redazione di Roma ha lanciato una call to action a marzo – continua Marta – per invitare studenti di architettura a collaborare volontariamente alla realizzazione della struttura. Grazie all’appoggio dello studio di Piano, quindi, è nata questa collaborazione e, successivamente, la nostra redazione centrale».

 

Tag: , , , ,

Categorie: Cultura

Lascia un commento