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9 Dicembre 2020

Hygge: la ricetta della felicità per i danesi

Parola difficile da pronunciare e ancor più da tradurre, indica la sensazione di benessere che può essere riscoperta nelle piccole cose e nelle relazioni autentiche

Fabiana Re

Candela accesa, tazza latte con mashmellow e libro - hygge

L’hygge è la felicità per le piccole cose quotidiane

La prima volta in cui chi scrive sentì la parola hygge si era in Erasmus con un’amica danese, Kristine. Probabilmente sgranai gli occhi quando lei pronunciò quella cacofonia di consonanti che suona all’incirca hue-gah. Alla mia richiesta di chiarimenti si lanciò in un’ispirata spiegazione di quella che definì “la filosofia danese della felicità” e mi consigliò la lettura di The Little Book of Hygge di Meik Wiking.
A distanza di anni, quelle pagine oggi tornano in mente: ora come non mai, l’arte dell’hygge può aiutarci a trovare la serenità tra le pareti domestiche entro le quali siamo incoraggiati a restare, agli sgoccioli di questo folle 2020.

COME TRADURLO?
Se dire correttamente hygge è difficile per un non nativo della Danimarca, definirlo lo è ancora di più. Spiegare esattamente cosa sia è una sfida persa in partenza, poiché si tratta di una disposizione dell’animo, una sensazione di intimità e benessere. È la scelta di ricercare la felicità nei piccoli piaceri quotidiani, con umiltà, e di vivere calati nel momento presente.
La traduzione inglese coziness, per quanto gettonata, risulta incompleta e neanche in italiano esiste una parola equivalente capace di condensare questi concetti. In danese invece sì. Anzi, l’ingegnoso popolo nordico non usa il termine hygge solamente come sostantivo, ma lo declina anche in veste di verbo o aggettivo, perché una stanza può essere hyggelig e si può hyggeare insieme. Esistono poi le parole composte: il familienhygge è – in modo intuitivo – l’hygge vissuto in famiglia, mentre una persona è definita hyggespreder se diffonde questo stato d’animo intorno a sé. E cosa dire degli hyggesokker? Sono letteralmente i calzini dell’hygge, quelli caldi e confortevoli: ognuno è libero di immaginarli come preferisce.

HYGGE FAI DA TE
Per quanto difficile da definire, portare una ventata di hygge in casa è piuttosto semplice. Innanzitutto è fondamentale creare la giusta atmosfera con un’illuminazione soffusa e rilassante. Non si può sperimentare questa sensazione senza accendere almeno un paio di candele e non è un cliché o un’immagine rubata a qualche film romantico: secondo la European Candle Association, in Danimarca ne vengono bruciate pro-capite più che in qualunque altro Stato europeo. Oltre la metà dei danesi riferisce di accenderne quasi ogni giorno durante l’autunno e l’inverno e solo il 4% della popolazione afferma di non usarle mai.
Per un’illuminazione molto hyggelig, potreste poi optare per diversi piccoli punti luce negli angoli della stanza al posto di un lampadario centrale. Il kit base della serenità made in Denmark prevede poi una morbida coperta, dei vestiti comodi, magari un buon libro o una serie tv.
L’hygge però è anche piacere del palato. I danesi amano i dolci confezionati, gli orsetti di gelatina, la liquirizia e la cioccolata calda, così come trascorrere ore a impastare torte e biscotti con i loro cari. Il profumo di un dolce appena sfornato porta l’hygge alle stelle, ma è proprio il tempo dedicato alla preparazione a dover essere assaporato. Per accompagnare questi piccoli vizi nulla è meglio del sorseggiare una bevanda calda, con una predilezione per il caffè.

L’IMPORTANZA DELLE RELAZIONI
Nel suo manifesto, Meik Wiking non lascia spazio a fraintendimenti: l’hygge non si può comprare. Va benissimo avere tante candele, una confortevole coperta e una tazza di tè fumante tra le mani, ma ciò non garantisce l’agognata sensazione di comfort e tranquillità. Bisogna essere capaci di apprezzare questi piaceri, cosa tutt’altro che scontata in un mondo che corre veloce e spinge a volere sempre di più.
Per percepire l’hygge bisogna praticare con costanza l’arte della gratitudine e della presenza, rinunciando al cellulare e ai social per dedicarsi a se stessi e ai propri cari. La condivisione di momenti di serenità con un piccolo gruppo di amici o la propria famiglia è centrale nel concetto di felicità danese. Può concretizzarsi in una chiacchierata, una serata trascorsa sul divano a guardare un film o una partita a un gioco da tavolo: l’importante è sentirsi a proprio agio.
In fondo l’hygge è la creazione di un rifugio sicuro, in cui accogliere le persone che ci stanno a cuore.

 

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Categorie: Cultura

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