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11 Gennaio 2021

Il Mona, il museo dell’arte non visibile

Fondato a New York dall’attore James Franco ma visitabile anche online, raccoglie e vende opere sotto forma di idee, da ammirare solo con la propria immaginazione

Gabriele Costa

La didascalia di un’opera del Mona

Può esistere qualcosa… che non esiste? Non stiamo parlando di semiotica o di qualche concetto astratto. O forse sì? La domanda è lecita soprattutto nel campo dell’arte, dove la fantasia fa da padrona e mai come in questo caso l’immaginazione è tutto quello che occorre per ammirare le opere del Mona – Museum of Non-Visible Art di New York.

Il museo ha un indirizzo fisico (40 West 120th St. 3), è visitabile completamente online ma è costituito solo di idee e vende opere d’arte che non esistono. Non aspettatevi quindi di vedere statue, quadri e sculture: sono presenti solamente descrizioni e concetti, in modo che chiunque possa immaginare l’opera a modo suo.

Nato nel 2011 dalla collaborazione tra l’attore di Hollywood James Franco e il duo Praxis composto da Brainard e Delia Carey, il progetto ha trovato dei finanziamenti tramite Kickstarter, ottenendo così fama internazionale.

Si tratta del trionfo dell’arte concettuale: non è più importante l’opera in sé, ma la sua originalità e l’attimo della sua ispirazione. Contano le idee, alla base di quello che possiamo osservare nel museo: tramite il nostro sguardo immaginifico possiamo letteralmente guardare qualsiasi cosa, leggendo solamente un breve testo su un muro (spesso descrizioni fantastiche e paradossali) e immaginando così oggetti che difficilmente potrebbero essere esposti in un luogo fisico.

Come recita infatti il manifesto del museo: “L’arte stessa non è niente. Tutto ciò che conta è ciò che resta. L’unica superficie che vale la pena dipingere è la mente dello spettatore. La visione dell’arte non dovrebbe richiedere occhi. Quello che vedi non ha importanza. Quello che hai visto è tutto. Tutto ciò che acquisti veramente è il bagliore residuo”.

Alcuni potrebbero storcere il naso, ma ogni opera ha un prezzo di vendita che varia da 1 a 10mila dollari. Per esempio, tutti potremmo acquistare Fireflies di Rita J. King, minuscolo vasetto pieno di sfere verdi luminescenti grandi come semi di papavero che con il coperchio aperto si trasformano in lucciole con colori diversi a seconda dei nostri desideri.

Immaginate ora invece Tree of Life di Monica Jacobs, un albero alto abbastanza per raggiungere lo spazio, ma piccolo abbastanza per entrare in una mano. L’estremità di ogni ramo finisce in un punto di luce che corrisponde a una stella in un cielo notturno. Le radici si connettono con ogni luogo della Terra, mentre sulla corteccia compaiono i nomi di chiunque sia mai vissuto o vivrà.

Al di là delle aspettative il progetto ha avuto un notevole successo, con diverse opere vendute: emblematico il caso di Fresh Air (acquistata da un appassionato per ben 10mila dollari) che permette di respirare l’aria più pulita del pianeta ovunque ci si trovi.

Il Mona è l’ennesima dimostrazione che l’arte ci permette di visitare il mondo, anche quello infinito della nostra immaginazione. E non fa male ricordarcelo, soprattutto in questo periodo.

 

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Categorie: Cultura

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