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1 Febbraio 2021

Phil Spector, una vita fra luci e ombre

Ripercorriamo la straordinaria carriera del produttore che portò arrangiamenti orchestrali nel pop e lavorò anche con i Beatles, morto in carcere dopo un’esistenza tormentata

Gabriele Costa

Foto bianco e nero uomo con occhiali scuri e tre ragazze di colore - Phil Spector e le Ronette

Phil Spector e le Ronettes

Inclinazioni ossessive e talento per suoni e melodie, passione per le armi e fiuto da manager. Era tutto questo e molto altro Phil Spector, uno tra i più influenti e rivoluzionari produttori nella storia della musica contemporanea, morto a 81 anni per Covid in prigione, dove scontava una condanna per l’omicidio dell’attrice Lana Clarkson.

Una vita all’insegna dell’autodistruzione che negli ultimi anni aveva minato le sue condizioni di salute, fino alla perdita della parola. Un beffardo scherzo del destino per lui, che negli anni Sessanta crea e produce una hit dopo l’altra e che della musica ha fatto un’opera d’arte.

In particolare Spector porta al successo diversi gruppi femminili tra cui le Ronettes, trio di cui sposa la vocalist Ronnie. Il rapporto tra i due è però conflittuale a causa dell’ossessione patologica di lui, che una volta chiude la donna in un armadio e arriva a far costruire una bara d’oro in cui minaccia di chiuderla nel caso lei lo lasci.
La cantante, che divorzia da Spector nel ’74, oggi lo ricorda così sul suo profilo Instagram: «È un giorno triste per la musica e per me. Quando lavoravo con Phil Spector e lo vedevo all’opera in studio di registrazione, sapevo che stavo lavorando con il migliore di tutti. […] L’ho detto tante volte quando era vivo, era un produttore brillante ma un marito tremendo. Phil non poteva funzionare fuori dallo studio di registrazione. Sorrido ancora quando ascolto la musica che abbiamo fatto insieme, e continuerò a farlo. La musica resterà per sempre».

È proprio in studio infatti che Spector riesce a esorcizzare i suoi demoni interiori, producendo un capolavoro dopo l’altro.
Noto nell’ambiente musicale per la sua forte personalità e le idee poco convenzionali riguardo alle tecniche di registrazione, grazie anche all’elaborazione di questo stile Spector trasforma le canzoni in piccole sinfonie, conferendo al produttore un ruolo compositivo almeno pari a quello dell’autore. Parliamo del celebre Wall of sound, la cui tecnica consiste essenzialmente nell’aggiunta alla partitura di strumenti tipici della musica orchestrale quali archi, ottoni, triangoli, timpani e percussioni. Tutti suoni che mai in precedenza erano stati utilizzati nella musica pop e che lui inizia a registrare e poi sovrapporre (raddoppiandoli e triplicandoli) per arrivare a un effetto di riverbero e a un timbro più denso, quasi ad avvolgere l’ascoltatore in una massa sonora continua.

Negli anni collabora con grandissimi artisti: Tina Turner, Rolling Stones, Ramones, ma soprattutto i Beatles. Si, perché proprio con i Fab Four Spector passa alla storia, producendo il loro ultimo album in studio, Let It Be (criticato da McCartney) e poi alcuni dei loro dischi solisti: All Things Must Pass, capolavoro di George Harrison e primo triplo album ad arrivare al numero uno delle classifiche, e John Lennon/Plastic Ono Band e Imagine, probabilmente i due dischi più celebri della carriera di John Lennon dopo i Beatles.

A volte però il mostro della vita privata di Spector emerge anche nella vita professionale: durante alcune prove di Lennon si presenta vestito da chirurgo, spara un colpo di pistola al soffitto e pochi giorni dopo sparisce per mesi con i nastri di registrazione senza dare notizie.
Un’altra volta invece porta la pistola alle registrazioni di End of the Century dei Ramones: «Mi puntò l’arma al cuore e poi ordinò a me e agli altri di tornare in sala di incisione – racconterà il bassista Dee Dee Ramone – e mise via la pistola solo quando fu sicuro di essere protetto dalle sue guardie del corpo. Poi si sedette al pianoforte e ci costrinse ad ascoltarlo suonare e cantare Baby, I Love You fino alle 4.30 del mattino».

Il paradosso di una vita tormentata, che passa da atti simili alla composizione di classici senza tempo dalla melodia delicata e toccante. E mentre il suo spirito inquieto ci lascia, le melodie delle sue creazioni rimarranno per sempre nella nostra memoria.

 

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Categorie: Musica

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