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18 Marzo 2021

Storie, riti e miti di primavera

Dagli antichi greci al calcolo della Pasqua, scopriamo insieme alcuni aneddoti riguardanti questa stagione tradizionalmente associata alla rinascita

Gabriele Costa

La Primavera di Botticelli

La primavera è sempre stata ricca di simbologie

Potranno recidere tutti i fiori ma non potranno fermare la primavera, scriveva Pablo Neruda.
Già, perché anche se il Coronavirus può averci costretti a stare in casa, la natura continua a fare il suo corso.
Ecco allora che si avvicina il 21 marzo, l’equinozio di primavera, il giorno in cui la durata del giorno e della notte si equivalgono e che segna l’arrivederci all’inverno. Come nel Sabato del villaggio di Leopardi: giorni di preparazione alla grande festa dell’estate, dove i fiori cominciano a sbocciare nel modo più rigoglioso e le nuvole lasciano lo spazio al sole.
Ciò avviene perché la Terra si trova in uno dei punti di incrocio tra l’eclittica (il piano della sua orbita attorno al Sole) e l’equatore celeste (il prolungamento immaginario del piano dell’equatore terrestre); questo “luogo” di incontro si chiama vernale, dal latino “ver” che significa proprio primavera.

Sin dall’antichità l’avvento della bella stagione veniva festeggiato come una ricorrenza della massima importanza, con riti religiosi e non.
Per il cristianesimo la rinascita della vita dopo la morte coincide con la resurrezione di Cristo: la Pasqua è il momento in cui la morte cede alla forza della vita. Per questo probabilmente la data della festività cambia di anno in anno e viene celebrata la domenica che segue alla prima luna piena dopo l’Equinozio di Primavera.

Ma il valore religioso della primavera ha tradizioni ancora più antiche: nel 1532 i conquistadores, assistendo a una celebrazione Maya del Dio Sole Inti, scoprirono infatti che nell’antica piramide di El Castillo a Chichén Itzá, ogni Equinozio di Primavera e d’Autunno si verifica uno spettacolo straordinario: al tramonto, l’angolazione della luce crea un’ombra che somiglia a un serpente gigante che striscia lungo il lato dell’edificio. Non si tratta certo di una coincidenza, poiché la piramide stessa è dedicata al dio serpente piumato Quetzalcoatl ed è ormai nota la grande conoscenza astronomica di questo popolo.

Gli antichi Romani davano molta importanza allo scorrere del tempo e delle stagioni, considerati vitali. Con marzo e l’Equinozio di Primavera si celebrava la vittoria della luce sulla tenebra. Essendo un popolo di guerrieri il mese era dedicato a Marte, dio della guerra, ed era visto come un periodo di riaffermazione dell’ordine sul caos: seguirà infatti aprile, da a-perire (non morire), lo schiudersi della vita.

Concetto simile a quello della mitologia greca: Persefone, la dea della Primavera, era moglie di Ade e regina degli Inferi. La madre Demetra ottenne da Zeus che la figlia stesse metà dell’anno con lei e l’altra metà con il marito, facendo trascorrere così alla giovane gli inverni nel sottosuolo, per poi tornare in superficie con la bella stagione.

Per il calendario lunare tradizionale cinese, l’anno è diviso il 24 fasi, di cui l’Equinozio di Primavera  è la quarta: con il risveglio della natura è diventato uso comune mangiare verdura di stagione, diventati col tempo i famosi “involtini primavera”, considerati di ottimo auspicio.

Noi di Digi.TO vi auguriamo allora che questi giorni possano essere un nuovo inizio e una rinascita verso tempi migliori, nonostante tutto.

 

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Categorie: Cultura

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