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29 Marzo 2021

Neuro e psicomotricità: vicino ai più piccoli anche in pandemia

La dott.ssa Lorena Caiati ci spiega questa terapia specifica per i problemi legati al processo di crescita e come con i bambini si stia affrontando l’emergenza sanitaria

Vincenza Di Lecce

Braccia di bambino che gioca con fogli di carta

La neuro e psicomotricità aiuta i bambini nella crescita

Quella da Covid 19 è una pandemia che mette in gioco fattori economici e psico-sociali e la globalità dell’emergenza sta anche nel fatto che ogni aspetto della vita ne è ormai fortemente condizionato. A volte compromesso.
Ad esempio, com’è vissuta questa crisi dai bambini che presentano disordini nel processo di crescita? A raccontarlo è la dott.ssa Lorena Caiati, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva.

LA TERAPIA AL TEMPO DEL COVID
«Siamo costretti a lavorare con tutti i dpi (dispositivi di protezione individuale, ndr), che non ci permettono di muoverci liberamente e di sperimentare insieme ai bambini le attività proprie della psicomotricità», spiega. «Ma ancora una volta – continua – i nostri bambini ci hanno dimostrato di essere bravi a comprendere i momenti di difficoltà. Anche i piccoli con patologie gravi rispettano le regole, utilizzano la mascherina, igienizzano le mani prima di entrare in stanza e, nonostante soffrano tanto per tutti i divieti e le mancanze, non si arrendono».
La sospensione dalla normale routine sta però certo incidendo sulla sfera sociale, emotiva e di sviluppo del bambino.

GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA
In questo periodo di emergenza, nei minori con problematiche neuropsichiatriche tra i 6 ai 18 anni è stato osservato un aumento della sintomatologia ossessiva-compulsiva, dei comportamenti correlati a un disturbo post-traumatico da stress e di alterazione del pensiero.
A dirlo è uno studio della Fondazione Stella Maris in collaborazione con l’Università di Pisa, che spiega anche come nei bambini tra 1 e 5 anni sia invece emerso un aumento della sintomatologia ansiosa e delle lamentele somatiche come ad esempio mal di testa e mal di pancia.
«Noi terapisti della neuro e psicomotricità – commenta la dott.ssa Caiati – in questo momento siamo di fondamentale importanza: per sostenere le competenze emergenti, per lavorare sulle disfunzioni, ma anche per sostenere la famiglia nel percorso evolutivo».

L’IMPORTANZA DELLA NEURO E PSICOMOTRICITÀ
La terapia neuropsicomotoria è una branca della riabilitazione infantile che si occupa del recupero funzionale, del potenziamento motorio, cognitivo, comunicativo e relazionale del bambino.
«La terapia – spiega la dott.ssa – viene svolta in un contesto ludico e, mediante il gioco guidato e scelto con attenzione dal terapista, i bambini apprendono con motivazione e consapevolezza. Spesso si lavora a terra, su tappetoni morbidi e a piedi nudi per sperimentare e crescere imparando».
Le stanze sono infatti ricche di giochi, colori e materiale psicomotorio diviso per età e aree di intervento.

COME SI DIVENTA TERAPISTI
La laurea in Terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva è una laurea di primo livello della facoltà di Medicina e Chirurgia, ma è bene che la formazione di un terapista continui attraverso altri corsi e una preparazione specifica: «L’ambito – spiega la dott.ssa Caiati – è davvero molto vasto e spesso, nel corso della propria formazione, si sceglie di specializzarsi in determinate patologie piuttosto che in altre».
Si tratta di una professione che è un punto di snodo fondamentale anche prima della diagnosi vera e propria dei problemi del bambino e comincia a essere conosciuta su tutto il territorio nazionale: «Ho conseguito la laurea nel 2011 – conclude la dott.ssa – e ritengo che in questi 10 anni siano già migliorate molte cose. Bisogna continuare a formarsi, a parlarne, a studiare, a svolgere questa professione con entusiasmo e con passione. Tutti i bambini e le loro famiglie ne hanno bisogno».

 

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