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2 Aprile 2021

Dischi perfetti per la primavera (parte I)

Bob Dylan, Cosmo e i Beatles sono i primi suggerimenti musicali che diamo per queste settimane, fra rock psichedelico, elettronica e folk

Aurora Saldi

Un giovane Bob Dylan - dischi

Bob Dylan pubblica The Freewheeilin’ Bob Dylan nel 1963

Anche in questi tempi precari e tristi è ricominciata la bella stagione: pubblichiamo oggi il primo di due articoli in cui vi consigliamo alcuni album da ascoltare con le giornate più lunghe, il profumo di fiori nell’aria e il sole.

THE FREEWHEELIN’ BOB DYLAN (1963) – BOB DYLAN
Il secondo album di Dylan è pervaso da un grande fermento politico, soprattutto in pezzi come Oxford town (dedicato agli eventi avvenuti all’università di Memphis il 6 giugno 1962, in cui perse la vita il giovane studente afro-americano James Howard Meredith) o la complessa A hard rain’s a-gonna fall (la cui interpretazione è tuttavia controversa) e nelle due tracce che rispettivamente aprono e chiudono l’album, Blowin’ in the wind e I shall be free. In particolare la canzone che inaugura The freewhilin’ Bob Dylan è diventata un vero e proprio inno politico generazionale, nonché uno dei pezzi più celebri della storia del folk-rock.
Tuttavia, a essere protagonisti del secondo disco di Dylan non sono solo temi politici: l’album celebra anche l’amore capriccioso e incostante, soprattutto in canzoni come Girl from the North Country (altro capolavoro del folk) e Don’t think twice, it’s all right, che racconta un sentimento leggero e dalla dimensione mutevole. Mescolando ballate tradizionali con scelte musicali fortemente innovative e con l’energia della beat generation, Dylan crea un disco elettrizzante che sembra fatto apposta per festeggiare il disgelo.

COSMOTRONIC (2018) – COSMO
Questo capolavoro italiano di elettro-pop è il terzo album dell’artista eporediese, che si era già distinto con singoli come L’ultima festa, Le voci e Sei la mia città. Cosmotronic rappresenta tuttavia un’evoluzione stilistica importante, perché mostra il raggiungimento di uno stile definito e originale, a tratti anche molto lontano dal genere dei primi pezzi.
Il disco è diviso in due parti: la prima, pop e cantabile, contiene anche alcuni singoli usciti in precedenza come Sei la mia città e Turbo, mentre la seconda è una scarica di adrenalina elettronica, spesso veicolata da tracce solo strumentali.
Tutto l’album è dedicato alla liberazione dei sensi, al piacere in senso ampio: all’amore (che confonde e travolge, come nella traccia L’amore) anche per la musica stessa e per le notti di divertimento, per il contatto corporeo e la promiscuità. Cosmo ci ricorda il nostro profondo più istintivo (soprattutto in tracce come Animali, Ho vinto, Tu non sei tu) e risveglia i sensi con un disco liberatorio e aggressivo.

MAGICAL MYSTERY TOUR (1967) – THE BEATLES
Il nono album dei Beatles, scritto all’apice della loro carriera, fu accompagnato dall’uscita nelle sale del film omonimo: una pellicola surreale e grottesca che tuttavia fu un totale fiasco. Altrettanto non si può dire del disco, che contiene alcune delle tracce che hanno reso celebre la band britannica, come Hello, Goodbye, Strawberry fields forever, Penny Lane, All you need is love.
Si tratta di un vero e proprio album-capolavoro, contraddistinto da una patina surreale e allucinata e da un’atmosfera onirica (in Strawberry fields forever, un pezzo psichedelico destinato a fare la storia del genere, a un certo punto John Lennon canta infatti “nothing is real”).
La tematica magica è confermata anche da pezzi come The fool on the hill, ispirato in parte alla figura del Matto dei Tarocchi e in parte a quella del mistico indiano Maharishi. Rimandano a un’atmosfera irreale e caotica anche la traccia che dà il titolo all’album, ispirata al viaggio nel subcontinente a bordo di un autobus svolto dall’esponente della controcultura americana Ken Kesey con i suoi seguaci, e I am the walrus, che rielabora il romanzo fantastico Alice oltre lo specchio di Lewis Carroll.
Magical Mystery Tour è un album capace di trasportare in un’altra dimensione e di spandere ovunque una necessità urgente di amore ed evasione, come racconta la traccia conclusiva dell’album, il cui gioioso ritornello scandisce “all you need is love”.

 

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Categorie: Musica

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