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6 Aprile 2021
Più spose bambine a causa della pandemia
Tra le conseguenze economiche del Covid, in alcuni paesi africani e asiatici cresce il numero di famiglie che vendono le figlie attraverso matrimoni forzati
Giovanni B. Corvino
L’Unicef ha dichiarato nei mesi scorsi che a oggi ben 650 milioni di donne (ossia circa 11 volte l’intera popolazione italiana) sono state costrette con la forza a sposarsi ancor prima della pubertà, mentre secondo il recente podcast dell’Onu, nei prossimi 10 anni circa 100 milioni di bambine rischiano di dover sottostare a un matrimonio imposto dalla propria famiglia.
Le cause risiedono nel tracollo economico che l’attuale pandemia ha sortito nell’Africa subsahariana, ma anche in Niger o nella Repubblica del Ciad, così come in diversi paesi asiatici. A causa delle difficoltà finanziarie a cui le famiglie – già povere – devono far fronte, la vendita di una figlia sembra essere l’unica soluzione per non morire di fame.
Tale situazione è stata ulteriormente aggravata dall’interruzione di molti sostegni economici e dalla minor presenza sul territorio di aiuti internazionali per via delle precauzioni dovute al Coronavirus. Maggiori azioni di salvaguardia dei diritti umani e dell’infanzia sono quindi necessarie, ma oggi è ancora più difficile rispetto al passato.
IL LAVORO DELLE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE
In una recente intervista della Bbc in occasione della Festa della Donna, Nankali Maksud (Senior Advisor presso l’Unicef, sezione Prevenzione di pratiche dannose) ha espresso i suoi timori circa la compromissione dei risultati raggiunti grazie a duri anni di lavoro, che avevano diminuito il numero delle giovani spose del 15%: «Il Covid-19 ci ha portato fuori strada. Le condizioni di vita delle adolescenti e delle bambine sono peggiorate dappertutto. […] Il mondo sta diventando un posto difficile per le ragazze» dichiara l’esperta.
Fortunatamente, grazie all’intervento congiunto di Amnesty International e dell’Unicef, la situazione sembra avere un potenziale di miglioramento e i primi risultati si sono visti in India. Qui per prevenire i matrimoni forzati sono stati promossi dei programmi nazionali di trasferimento di denaro contante, che hanno permesso alle famiglie indiane più povere di ricevere un risarcimento finanziario per la mancata vendita delle loro figlie.
Come affermato da Maksud, gli effetti a lungo termine di una ritardata vita coniugale permettono «[…] a queste ragazze di completare la scuola, di avere opzioni nella vita, di sviluppare competenze e, di conseguenza, abbiamo maggiori probabilità di fermare il circolo della povertà».
LE TESTIMONIANZE
Al fine di far comprendere anche i danni psicologici che un’imposizione del matrimonio comporta, negli anni sono state intervistate diverse spose bambine.
Ad esempio Abeba, giovane etiope di 14 anni, è stata sottoposta a fortissime pressioni da sua madre e dai suoi fratelli: «La mia famiglia mi ha detto che non avrei dovuto dire di no a un’offerta del genere, poiché il ragazzo che voleva sposarmi proveniva da una famiglia benestante. […] Continuavano a spingermi con tutte le loro forze a sposarmi. Alla fine – continua – hanno ceduto quando la mia famiglia ha ricevuto assistenza e i funzionari li hanno persuasi a cambiare idea.» Nonostante ciò, l’estenuante periodo di stress cui Abeba ha dovuto far fronte l’ha portata al riposo assoluto per giorni.
Sfortunatamente, a Rabi (nome di fantasia) sedicenne nigeriana, non è andata altrettanto bene; sembra essere obbligata a sposarsi contro la sua volontà, poiché come dichiarato da sua madre: «Non posso permettermi di pagare gli studi di mia figlia. Il matrimonio è un’opportunità per una ragazza di sistemarsi e ci saranno meno persone in casa [da sfamare, ndr]».
L’abbandono scolastico aumenta del 25% il rischio di un’unione forzata, una percentuale che non è passata inosservata, tanto che per ridurre il trend in crescita «prima di tutto, le ragazze devono tornare a scuola in sicurezza» sostiene Maksud.
Per far ciò è necessaria l’immunità di gregge – e quindi un maggior quantitativo di vaccini – anche in quelle aree del mondo che già di per sé non hanno un sistema sanitario adatto a resistere al crescente aumento di contagi. Diversamente, il numero di spose bambine diventerà sempre più alto.