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16 Aprile 2021

Un abbraccio contro il Covid vince World Press Photo Award 2021

Lo scatto del danese Mads Nissen si aggiudica il premio più importante del concorso di fotogiornalismo, all’italiano Andrea Faccilongo il riconoscimento per il reportage

Noemi Casale

Abbraccio tra infermiera e anziana attraverso una tenda - The First Embrace © Mads Nissen, Danimarca, Politiken/Panos Pictures World Press Photo

The First Embrace © Mads Nissen, Danimarca, Politiken/Panos Pictures
World Press Photo

Si è svolta ieri online la cerimonia di premiazione del World Press Photo Award 2021, il più prestigioso contest di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese.
L’immagine dell’anno ha come titolo The First Embrace (il primo abbraccio) ed è del danese Mads Nissen. È stata scattata a San Paolo in Brasile il 5 agosto 2020 e mostra l’abbraccio tra un’anziana malata di Covid e un’infermiera attraverso una “tenda dell’abbraccio”.
Antonio Faccilongo fa invece onore all’Italia vincendo il premio Storia dell’anno con il progetto Habibi, in cui ha raccontato la storia dei detenuti palestinesi che devono scontare lunghe pene nelle carceri israeliane e hanno trovato il modo di fare arrivare il proprio sperma alle mogli per cercare di avere dei figli.

IL CONCORSO
Giunto quest’anno alla 64esima edizione, il concorso ha visto dividersi per la prima volta la premiazione in due momenti: i vincitori delle otto categorie sono stati pubblicati sui canali social e sul sito del World Press Photo, mentre quelli della foto e della storia dell’anno, i premi più prestigiosi, sono stati annunciati durante la cerimonia in streaming.
Online è avvenuto anche il lavoro di confronto e votazione della giuria internazionale, che ha esaminato i lavori di 4.135 fotografi provenienti da 130 paesi, per un totale di 74.470 immagini.
Vediamo ora nel dettaglio alcune delle opere premiate.

THE FIRST EMBRACE
Moltissime le fotografie sulla pandemia che ha stravolto il mondo durante il 2020, ma in questa immagine traspaiono vulnerabilità, amore per il prossimo, perdita e separazione, sopravvivenza. Tutto in uno scatto. Guardando con attenzione i bordi di plastica della tenda sembrano quasi delle ali, simbolo di speranza.
«Quando ho saputo della crisi che dilagava in Brasile, soprattutto a causa della pessima leadership del presidente Bolsonaro, che fin dall’inizio ha definito questo virus “una semplice influenza” – dice Nissen – ho sentito l’urgenza di fare qualcosa». Si è così recato a San Paolo e nella casa di cura Vida Boa (Buona Vita), dopo molto tempo trascorso a parlare con le persone che incontrava, ha fermato un momento che rimarrà l’icona di questo periodo.

HABIBI
Le immagini di questo progetto sono state realizzate tra il 2015 e il 2019 e mostrano le conseguenze della crisi palestinese sulle famiglie attraverso la storia delle mogli dei prigionieri, che hanno fatto ricorso al contrabbando di sperma per concepire figli attraverso la fecondazione in vitro, perché i loro mariti stanno scontando pene a lungo termine nelle carceri israeliane.
Un lavoro che guarda al passato, parla al presente e interroga sul futuro, mostrando voci inascoltate che, forse per la prima volta, hanno l’opportunità di farsi sentire.
«Vorrei che il mio lavoro diventasse un ponte che avvicina le persone – dichiara un emozionatissimo Faccilongo appena saputo della vittoria – e sono molto grato alle famiglie che mi hanno permesso di entrare nella loro intimità e di raccontare le loro storie».

RECONSTRUCTING SEVEN DAYS OF PROTESTS IN MINNEAPOLIS AFTER GEORGE FLOYD’S DEATH
Non meno evocative le immagini del progetto di Holly Bailey (The Washington Post), Matt Daniels e Amelia Wattenberger, vincitori della categoria Digital Storytelling Contest con un lavoro che si riferisce alla morte di George Floyd.
Gli autori hanno creato un racconto interattivo con oltre 147 clip, girate con i telefonini dai partecipanti alle manifestazioni di protesta dopo l’omicidio, per ricostruire il contesto di uno dei più rilevanti fatti di cronaca internazionale del 2020. Un modo di utilizzare i social media che ci si augura venga ripreso da molti giornalisti.

CALLING BACK FROM WUHAN
Attraverso una serie di registrazioni telefoniche delle conversazioni di una famiglia di Wuhan tra le prime colpite dal Covid-19, i due giovani autori vincitori del premio World Press Photo Online Video, Yang Shenlai e Tang Xiaolan, propongono il racconto di un trauma che però acquista il suo senso completo solamente se inserito nel cambiamento globale che la pandemia ha portato nelle nostre vite.

Le foto e i progetti premiati sono gli scatti che più hanno colpito i giurati, ma il consiglio è di prendersi il tempo necessario per andare sul sito del World Press Photo e lasciare che siano le immagini a parlarci e a dare un senso anche a ciò che ancora non capiamo.

 

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Categorie: Cultura

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