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22 Aprile 2021

Hypercritic, la piattaforma per immergersi nella cultura

Da un’idea di Alessandro Avataneo, docente alla Scuola Holden, il sito raccoglie in una modalità inedita le recensioni di sessanta ragazzi da tutto il mondo

Gabriele Costa

Screen sito Hypercritic, collage immagini

Hypercritic raccoglie recensioni con una modalità di ricerca inedita

Un archivio in cui si possono fare percorsi personalizzati tra arte, musica, cinema e non solo, lasciandosi guidare dalle proprie passioni. Mentre teatro e cinema sono chiusi, la cultura continua a vivere su Hypercritic, l’ambizioso progetto nato dall’idea di Alessandro Avataneo (autore, regista e insegnante della Scuola Holden) che si traduce in una piattaforma su cui scrivono una sessantina di ragazzi under 30 da tutto il mondo.
Abbiamo chiacchierato con lui riguardo al presente e al futuro del portale, che ha recentemente vinto un premio dalla European Cultural Fondation come soluzione creativa alla pandemia.

Cos’è e come nasce Hypercritic?
«L’idea di Hypercritic nasce nel 2010, ma siamo in rete da luglio del 2020. Le mie lezioni hanno sempre avuto riferimenti transmediali e mi sono sempre chiesto se fosse possibile trovare un modo di far dialogare tutte le arti in una maniera che togliesse la soggettività del critico. La mia idea era quella di trovare degli strumenti che descrivessero l’anatomia dell’esperienza: Hypercritic è un archivio che in pochi secondi seleziona gli oggetti e le esperienze culturali in base a ciò che stai cercando, partendo da cose che non conosci e arrivando a cose nuove che trovi immediatamente. Per fare questo mi ha aiutato mia sorella Giulia, che è giornalista professionista e si è unita come direttore responsabile. All’inizio avevamo un pubblico piccolo, poi in otto mesi siamo passati ad avere diecimila utenti al mese da quaranta paesi. Siamo molto internazionali, infatti abbiamo scelto di scrivere i nostri articoli in inglese, ma in futuro li tradurremo anche in altre lingue. Per un progetto così ambizioso ci vuole però tempo e al momento Hypercritic si autofinanzia».

Come fate le vostre recensioni?
«Utilizziamo un “Hypergraf”, un sistema che parte dal grafico a radar e individua dieci parametri che per ogni categoria sono decisivi. Più questo grafico è uniforme e grande, più un’opera sarà universale, più è frastagliato e irregolare e più il risultato sarà un’opera estrema o specifica che interessa un particolare pubblico. In pochi secondi puoi capire se ti interessa o meno e quindi saltare da un’opera all’altra, cercando lavori dello stesso autore o che abbiano la stessa tematica in base ai riferimenti che ti danno i nostri critici. Abbiamo calcolato che con la piattaforma risparmi in media quaranta minuti al giorno, tempo che di solito spendi a cercare contenuti. Il sistema del sito mette in collegamento la tua ossessione con quella degli altri in modo da ottenere un linguaggio comune: se leggi Hypercritic leggi infatti una sola voce, senza giudizi morali o estetici, che descrive il tipo di esperienza e ti incuriosisce sul collegamento con le altre sezioni. Vogliamo creare insieme una squadra internazionale al servizio del lettore, consegnando gli strumenti per creare un percorso evolutivo del gusto».

Da chi è formato il vostro team?
«Il nucleo nasce dalla classe di Storytelling della Scuola Holden, ma si è allargato subito e oggi abbiamo circa sessanta autrici e autori da una dozzina di paesi diversi, quasi tutti under 30. Abbiamo però anche un bel dialogo generazionale: il nostro editor di videogame ha diciannove anni e dialoga col nostro editor di jazz che ne ha 85. I giovani hanno il fiuto, la curiosità di scoprire cose nuove. Vogliamo aggregare tanti critici da tutto il mondo che ci possano raccontare cosa succede nei loro paesi».

Recentemente avete creato una maratona poetica che ha avuto un notevole successo.
«Il 21 marzo era la Giornata Mondiale della Poesia e abbiamo pensato di fare una maratona poetica con 88 poetesse che hanno cambiato il mondo, da Saffo a Emily Dickinson, passando per un giro del mondo che ci ha fatto scoprire delle artiste straordinarie ancora non state tradotte in italiano e in inglese. Abbiamo chiesto a diversi lettori di leggerle in lingua originale e ben presto si sono uniti testimonial famosi come Baricco e Antonella Lattanzi, ma anche personaggi del mondo della musica come Mario Brunello e Beatrice Venezi e il direttore del Museo Egizio, che ha letto i geroglifici della poesia più antica dedicata alla donna. L’iniziativa, che è possibile vedere sul nostro canale YouTube, ha avuto molto successo, con 200.000 visualizzazioni e 547 ore di video visualizzati sulla poesia e letture di poesie in cinese, giapponese, arabo, persiano antico… per un totale di 28 lingue diverse, con testi tradotti per rendere la cultura fruibile. Abbiamo organizzato questo reading sull’universo poetico femminile come protesta, perché i giornali portano in prima pagina le notizie sulle donne per i motivi sbagliati: violenze e femminicidi».

Avete altre iniziative in cantiere?
«Su Hypercritic possiamo fare delle mostre virtuali: uno strumento che offriamo ai musei per raccontare il loro patrimonio in questo periodo delicato e sul nostro sito possono raggiungere maggiore visibilità. Hypercritic è uno strumento per scegliere cosa guardare in tv la sera, ma anche per studiare, insegnare, organizzarsi un viaggio… Bisogna creare un ponte tra il ponte digitale e quello reale: vogliamo tenere viva la cultura che può cambiare il mondo e fare sentire le persone meno sole, che in questo momento delicato è una cosa molto importante».

 

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Categorie: Cultura

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