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29 Aprile 2021

Quattro romanzi sul lavoro per il Primo Maggio

Da La chiave a stella di Primo Levi a Il mondo deve sapere di Michela Murgia, vi consigliamo alcuni libri che trattano il tema sotto aspetti diversi

Aurora Saldi

Collage Quarto Stato di Pellizza da Volpedo e pila di libri

Molti romanzi trattano il tema del lavoro

Esistono tanti tipi di lavoratori e tanti modi di raccontarli: in occasione del 1° Maggio abbiamo selezionato quattro romanzi italiani che affrontano l’argomento da punti di vista differenti: La vita agra di Luciano Bianciardi, La chiave a stella di Primo Levi, Il mondo deve sapere di Michela Murgia e Ipotesi di una sconfitta di Giorgio Falco.

IL LAVORO ALIENANTE E LA CITTÀ
Il protagonista de La vita agra (1962) di Luciano Bianciardi è un bibliotecario toscano che lascia la moglie e il figlio per andare a lavorare a Milano. In realtà quella dell’impiego è solo una scusa per coprire il reale motivo dello spostamento, il desiderio cioè di vendicare i 43 operai morti nell’esplosione della miniera di Ribolla, un piccolo paese della Maremma.
Accecato dalla rabbia per le condizioni di sfruttamento degli amici morti nell’incidente e per la volontà dei padroni di anteporre il profitto alla sicurezza dei lavoratori, il bibliotecario decide quindi di recarsi nel capoluogo lombardo per organizzare un attentato contro la sede dell’azienda proprietaria della miniera. Tuttavia, una volta giunto nella grande e caotica città, i suoi propositi si perdono nei ritmi frenetici del boom economico, in un contesto urbano disumanizzante e respingente, in grado di sbiadire ogni impulso vitale e rivoluzionario. Il bibliotecario incomincia quindi a lavorare nell’industria culturale e viene totalmente fagocitato dall’ambiente pressante della città, in cui il consumo succede alla produzione con un ritmo incessante e alienante, chiudendosi sempre di più nella dimensione individuale.
Con La vita agra, che si impose subito come bestseller, Luciano Bianciardi interpreta magistralmente le tensioni e le dinamiche della società a lui contemporanea: tra alienazione, consumismo sfrenato e tutte le numerose sfumature contraddittorie del concetto di benessere.

IL LAVORO COME REALIZZAZIONE DI SÉ
Con La chiave a stella (1978) di Primo Levi siamo parzialmente lontani dall’ambientazione del romanzo precedente: quando lo scrittore pubblica questo libro, l’industria italiana ha infatti avuto il suo boom e si sta avviando verso una fase di decrescita, che la porterà alla crisi della contemporaneità.
Tuttavia il tema del lavoro è, in modo genuino e a tratti ingenuo, al centro del romanzo, il cui protagonista è Tino (Libertino) Faussone, un operaio specializzato che ha girato il mondo vivendo avventure sempre diverse, montando nei posti più estremi gru, strutture metalliche, ponti sospesi, impianti petroliferi. Ad ascoltare le sue peregrinazioni è Primo Levi stesso, mandato nelle vesti di chimico allo stabilimento della Fiat di Togliattigrad. L’autore si fa quindi personaggio e, apprendendo le vicende di Faussone, coglie le analogie tra il mestiere di operaio e quello di scrittore. Pagina dopo pagina, con la stessa metodicità con cui la chiave a stella dell’operaio monta i tralicci, costruisce un’etica del lavoro ben fatto, nato dalle proprie mani, di cui essere orgogliosi.
Nello spettro ancora inquietante di un Novecento vissuto sulla propria pelle, Levi traccia una possibile soluzione, l’amore per il proprio lavoro: “Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono”.

IL LAVORO PRECARIO E LA CONTEMPORANEITÀ
Arriviamo invece ai nostri giorni con Il mondo deve sapere (2006) di Michela Murgia e Ipotesi di una sconfitta  (2017) di Giorgio Falco. Questi due romanzi possono essere affiancati perché le storie che raccontano, per quanto diverse, sono saldamente ancorate a un preciso sfondo politico e sociale: quello del precariato contemporaneo.
La protagonista del primo libro (all’origine del quale c’è un blog tenuto proprio dall’autrice) racconta il suo mese di lavoro in un call center che ha lo scopo di vendere un costoso aspirapolvere. Nella vicenda, raccontata con ironia, emergono i meccanismi persuasivi dell’azienda, basati su logiche premio-punitive e sulla competizione tra dipendenti. La potenza con cui Murgia ritrae uno scenario tristemente contemporaneo è talmente evocativa che il film di Paolo Virzì liberamente ispirato a questo libro (Tutta la vita davanti, 2008) è diventato un vero e proprio vessillo generazionale.
Al centro di Ipotesi di una sconfitta è invece lo stesso Giorgio Falco, alla ricerca di un posto di lavoro che finisce per congelarlo in un meccanismo ripetitivo e alienante. In questo romanzo l’autore-protagonista opera un taglio autobiografico sulla storia del lavoro in Italia, da un Novecento per certi versi tranquillizzante alle certezze crollate alla fine del secolo e, infine, alla dolorosa e incerta contemporaneità.

 

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Categorie: Lavoro

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